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12 nov 2010

BUNGA BUNGA - CORONA DIXIT: "GLI SCATTI DI ARCORE CI SONO ECCOME!"

Scatti ricordo. O prove buone per ricatti di ogni tipo. Una cosa è certa: le foto delle feste di Arcore, quelle all'insegna del Bunga Bunga ci sono eccome. Ne è sicuro il re dei paparazzi, Fabrizio Corona. Ormai è fuori dal giro: "Oggi non me ne frega niente né di Lele Mora, né di Ruby, perchè qua mi gioco 3 anni della mia vita".
L'attenzione infatti è al processo Vallettopoli: ieri contro di lui, l'accusa ha chiesto una condanna a 3 anni e 8 mesi di carcere per estorsione, la sentenza è attesa per il 2 dicembre. Ma Corona ammette che anche se avesse continuato a lavorare "non c'è nessun giornale che le avrebbe pubblicate e nessuna agenzia che le avrebbe proposte", perchè "quelle foto sono scattate in un ambiente privato e quindi per legge non sono pubblicabili". Quelle immagini non le vedremo mai, ma intanto le versioni sul Bunga Bunga continuano a crescere. L'ultima, rivelata da Dagospia, racconta di una discoteca costruita nei sotterranei di Arcore che si chiamerebbe proprio così. "Certo, non abbiamo nessuna prova, le foto ci sono ma nessuno per ora le tira fuori - scrive il sito di Roberto D'Agostino - ma altre testimonianze ci assicurano che quanto scodellato non è per niente campato in aria". Lo "scodellato" sarebbe il racconto di una sorta di teatrino scavato sotto Villa San Martino: qui, nelle sue serate "distensive", Berlusconi ospiterebbe 5 o 6 ragazze vestite da uomo. Nel corso dell'esibizione si racconta di travestimenti di ogni tipo. Tra i più gettonati, i presidenti di mezzo mondo: Obama, Sarkozy, Lula, Cameron, Zapatero. Ogni tanto, assicurano, non manca la maschera di qualche ministro.

commento:
Permettetemi il calo di stile: se fosse vero, tutto ciò che raccontano Corona e D'Agostino,......credo che godrei come un mandrillo eccitato.

IO NON CI STO - BASTA CON IL VOYEURISMO MEDIATICO SUI CORPI DELLE DONNE




SEPULVEDA E LA MALATTIA MENTALE DEL PREMIER

7 nov 2010

B. NON AIUTA TUTTI I BISOGNOSI

di PAOLA ZANCA

"L'avevo chiusa in un cassetto. Non l'avevo fatta vedere a nessuno, nemmeno a mia mamma, che lei comunque ha le sue idee e non volevo deluderla. Però martedì quando ho sentito Lupi a Ballarò che continuava a ripetere che il presidente è intervenuto sul caso di Ruby perchè si occupa individualmente dei casi di necessità e di bisogno, mi è venuto un flash e sono corsa a prenderla".
Agnese Dinarello, che aveva bisogno, al Premier l'ha spiegato sette mesi fa con una lettera. La risposta è arrivata un mese dopo,il 29 aprile del 2010: "pur comprendendo la Sua difficile situazione, debbo comunicarLe - scrive l'On. Valentino Valentini a nome di Berlusconi - che il presidente del consiglio non può farsi carico dei casi individuali, anche se degni di considerazione. Quotidianamente pervengono all'On. Berlusconi numerose domande di aiuto volte a sensibilizzare un atto di personale generosità: comprenderà quanto sia difficile, aldilà di ogni buon intendimento, poterle accogliere. La Presidenza del Consiglio, d'altra parte, non dispone di fondi da erogare in favore dei singoli cittadini in difficoltà. Le auguro - conclude - di superare presto le difficoltà del momento".
Agnese ha 49 anni e 5 figli. La più piccola ha 11 anni, la più grande 22.
Si è separata dal marito nel 2004. Da allora, le ha provate tutte: il comune, i servizi sociali, la Caritas. Ma il suo reddito da maestra elementare (22.000 euro annui) è già troppo alto per le griglie del nostro welfare. Alla social card non ha avuto diritto. Il bonus famiglia lo ha ottenuto l'anno scorso, "ma quest'anno non esiste più". Il suo ex non le paga gli alimenti. Ha già fatto una prima denuncia, "potrei farne un'altra, ma tanto è come sbattere la testa al muro". E' una donna che non si arrende facilmente: "provo a chiedere anche a chi non conosco". Per questo è arrivata anche fino a Palazzo Chigi: "ho pensato che potevo rivolgermi a chi dovrebbe essere un nostro punto di riferimento, soprattutto perchè lui si è sempre presentato come un paladino della famiglia". Già, lunedi il premier avrebbe dovuto aprire la Conferenza della famiglia a Milano. Ora ha dato forfait. "Quanto avrei voluto andarci - sospira Agnese - mi sarei portata dietro la lettera e, visto che dice di essere uno che aiuta, gli avrei chiesto: "Presidente, potrebbe rettificare quello che ha scritto?". Anche se non ha "nessun legame con il Pdl", tutto sommato Agnese di Berlusconi si fidava: "non avevo pregiudizi, sinceramente non ho mai dato adito ai pettegolezzi. Anch'io posso essere oggetto di critiche e maldicenze, o per invidia o altri meccanismi, figuriamoci a questi livelli". Però adesso è delusa: "ci sono rimasta male. Il principio per cui ognuno dei propri soldi fa quello che vuole è sacrosanto. Però per loro 1000 euro sono come un euro per me. Ci hanno staccato il gas per 2 mesi pensavo: "io sono qua che cucino sulla stufa...", volevo vedere se magari mi aiutava a pagare le bollette". Agnese non vuole la carità ("alla fine abbiamo mangiato lostesso"), si rende conto che "come me ci sono molte altre persone, abbandonate dallo Stato". Ed è consapevole che molti dei suoi guai dipendono da "questa legge sul divorzio che non tutela i più deboli". Ma dopo aver letto del "buon cuore" che Berlusconi ha avuto con Ruby, ne fa "una questione morale": "non si può scrivere una lettera del genere ad una persona in difficoltà e andare in tv a dire esattamente il contrario! Allora lo dica che non si occupa dei "casi individuali" ma di alcuni sì! Anche giovedì Ghedini è andato ad Annozero a spiegare che il Premier fa beneficienza a destra e sinistra. O la può fare o non la può fare!". Si è sentita talmente presa in giro chen on ha avuto più vergogna di far vedere quella lettera di sette mesi fa a sua madre e ai suoi figli. La madre ha ammesso che il Presidente del Consiglio "poteva rispondere anche in un altro modo". I figli l'hanno presa sul ridere. Da due giorni si affacciano alla cassetta della posta, la guardano e si chiedono: "E' arrivato l'assegno del Berla?"

20 ott 2010

ADDIO AD UN PEZZETTO DELLA MIA GIOVINEZZA


È morto a 83 anni Tom Bosley, il papà Howard Cunningham della famiglia protagonista di Happy Days. Si è spento a causa di un infarto, dopo una lunga lotta contro il cancro. TV Guide aveva classificato Bosley, nelle vesti di Howard Cunningham, al posto numero 9 della classifica dei «50 Greatest Dads of All Time Tv» nel 2004, i 50 più grandi "papà" della storia della Tv.

La serie televisiva che ha accompagnato i pomeriggi di un'intera generazione, quella che oggi ha 40 anni o su di lì, aveva debuttato nel 1974 ed era proseguita per ben 11 stagioni, dopo aver introdotto personaggi diventati classici della cultura popolare, come il bullo Arthur Fonzarelli (Fonzie), e il bravo ragazzo Richie Cunningham (guarda le foto). La serie, ambientata a Milwaukee, era imperniata sulle vicende quotidiane della famiglia Cunningham. La famiglia era composta da Howard, proprietario di un negozio di ferramenta, da sua moglie, la casalinga Marion e dai figli Charles (detto Chuck), Richard (detto Richie) e Joanie. Il figlio maggiore Chuck ha partecipato solo alle prime due stagioni, per poi scomparire dal cast.

Dopo Happy Days, Bosley aveva avuto un ruolo ricorrente nella serie "La Signora in Giallo" nelle vesti dello sceriffo Amos Tuppler. Nel 1994 aveva rivestito il ruolo di Maurice nella versione di Broadway de «La Bella e la Bestia».

Il suo primo successo era giuto come attore a Broadway, nel 1959, come protagonista del musical "Fiorello!», che raccontava la storia del famoso sindaco italo-americano di New York, Fiorello La Guardia.