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30 mag 2007


LA LEGGE DI MURPHY

La legge di Murphy n. 46, comma 17, paragrafo 5, dice:
“Se arrivi, per grazia ricevuta, ad anticipare il ritorno a casa, prendendo il treno precedente ma sopra devi pagare 8 euro di differenza della prenotazione di cui sei sprovvisto, ti ritroverai un minuto prima della partenza, con 7 euro nel portafoglio perché uno l’hai dato al solito mendicante sotto la metro che tanta pena ti ha sempre fatto”!
Murphy, è un vero genio, mi ha proprio fatto la radiografia a quel che mi è appena accaduto.
Per cui, sempre in base a detta legge, sarai costretto a scendere dal tanto agognato treno e ad aspettare il mezzo successivo, per quel solo euro mancante che sicuramente farà parte di quell’ennesimo bicchierino che qualcuno sta bevendo alla tua salute e non certo alla SUA! E’ logico che nell’ora che ti separa dalla successiva partenza, avrai tutto il tempo necessario per rifornirti ad un bancomat dell’euro che, mancandoti, ti avrà già cambiato l’umore, alzato il colesterolo e colpito allo stomaco con un attacco di gastrite e, ovviamente, detto euro, non ti servirà più perché la prenotazione del treno successivo sarà già in mano tua, dato che sarebbe stato il treno che avresti dovuto prendere, come da programma stabilito.
Questo è ciò che mi è appena successo; ossia dalla fretta incredibile e dagli impegni che si erano inesorabilmente intrecciati, impedendomi amaramente di anticipare i tempi…..eccomi qui a grattarmi la testa e a tradurre su computer le mie sfighe delmercoledì di una settimana qualsiasi, in attesa che sopraggiunga il fatidico orario di partenza.
Al contrario, se fossi arrivata in largo anticipo per fare bancomat, avrei sicuramente avuto denaro sufficiente per rifornirmi, non di una, ma di 10 prenotazioni e oltre!
Ma ormai mettiamoci una pietra sopra e facciamoci un sorriso….tanto, incazzarsi, a che servirebbe?
Solo a dare una nuova soddisfazione a quel deficiente di Murphy che nelle sfighe, lui ci prende sempre!
No, grazie, la gastrite basta e avanza.
Buon mercoledì Annagiù!
(riflessioni incazzate di chi ha appena DOVUTO perdere il treno).

29 mag 2007

CI CONTAVO PROPRIO....

creattiva ha detto...

"un giorno mi disse?" te l'avrò detto almeno 15 volte...e ca...ho iniziato prima io ad andare in moto che tu in bici...ma finalmente l'accidia è stata sconfitta. Baci wonderful.

29 maggio 2007 7.50


COMMENTO:
TRAPPOLA SCATTATA E PREDA ACCHIAPPATA......AHAHAHAH........


RISPOSTA A "RISVEGLIO PIATTO"

maura ha detto...

non disperare Annagiu', conosco un tipo niente male che ha pubblicato uno dei libri piu' criticati per errori di forma e liguaggio, ma ha venduto 100.000 copie. "un brindisi al cielo" di Gianluca Vanicelli. e' uno dei libri piu' spassosi mai letti e allo stesso tempo di profonda introspezione. Il buon Gianluca ha disertato tutte le presentazioni del suo libro...lui scrive per piacere ..non per lucro, e non gliene puo' importare di meno di essere riconosciuto come scrittore, scrive per passione, tutto qui.Ha festeggiato con gli amici i primi ed unici7000 euro spendendoli in una mega festa, non ne sono piu' arrivati di soldi perche' le penalita' per non aver seguito gli incontri fissati dall'editore superano i diritti a lui riservati..hahaha, quindi Annagiu'scrivi e non ti preoccupare di cio' che scrivi..scrivi e basta.

29 maggio 2007 10.03

COMMENTO:

MAURA.......TI VOGLIO 'BBENE! grazieeeee

RATZINGAAAA *
Trema,
Il regno delle Tenebre del Male
Dalla Fortezza di San Pietro arriva
Con i pugni teologici
Ratzinga, Paapaaaa
Ratzinga, Paapaaaa

Tuona
Si scaglia dal sagrato contro il male
Se sei il nemico prega e' gia' finita
La Chiesa batte i denti, c'e'
Ratzinga, Paapaaaa
Ratzinga, Paapaaaa (croci rotanti!)
Ratzinga, Paapaaaa (pater noster!)
Ratzinga, Paapaaaa (ostia di fuoco!)

SONO PAZZI QUESTI CATTOLICI ROMANI !

* fonte

COMMENTO:
TROPPO SIGNIFICATIVO PER NON PUBBLICARLO SUL MIO STRONZARIO.
cosa ne pensate?
(Dal
PASTORE TEDESCO a RATZINGAAAA...il passo è breve....brevisssimo direi!)

GIURO CHE PER PAR CONDICIO TROVERO' UNA BARZA ANCHE SULLE "MORE". (era troppo carina per non pubblicarla)





Una bionda in aereo è seduta in classe turistica.
Ad un tratto si alza, va in prima classe e si siede.
La hostess che l'ha vista passare dalla turistica alla prima classe, le si
avvicina e le chiede il biglietto.
Controllando il biglietto la hostess dice gentilmente alla bionda che ha
pagato per la turistica e non per la prima classe, quindi si dovrebbe alzare
e tornare a sedersi dove era seduta prima.
Al che la bionda risponde:
"Sono bionda, sono bella, sto andando a NewYork e resterò seduta qui ...."
La hostess va allora nella cabina dove ci sono il pilota e il co-pilota
dicendo a loro che c'è una bionda seduta in prima classe che ha però il
biglietto per la turistica e che non ha nessuna intenzione di alzarsi.
Il co-pilota va dalla bionda e cerca di spiegarle che, avendo fatto un
biglietto in classe turistica, deve lasciare la prima classe e tornare al suo posto.
La bionda risponde:
"Sono bella, sono bionda, sto andando a New York e
resterò seduta qui".
Il co-pilota dice al pilota che, probabilmente, solo lui può avere
l'autorità di convincere la bionda ad alzarsi e a tornare al suo posto.
Il pilota fa:
"Hai detto che è bionda? Sistemerò
io la cosa. Sono sposato con una bionda.
Io parlo il biondo."
Il pilota va dalla bionda e le sussurra qualcosa nell'orecchio, al che lei esclama:
"Oh, Mi scusi! ....
Si alza e torna a sedersi in turistica.
La hostess ed il co-pilota restano a bocca aperta e chiedono al pilota cosa
abbia detto alla bionda per convincerla ad alzarsi visto che sembrava nonvoler sentire ragioni.
Ed il pilota risponde:
"Le ho solo detto che la prima classe non va a New York".

RISVEGLIO PIATTO

Ore 8,16: stamattina mi sono svegliata con l’intenzione di far succedere qualcosa da raccontare ma, come sempre, quando decidiamo di orientarci verso una direzione, possiamo stare certi che arriveranno soffi di vento contrari che ci appiattiranno l’encefalo in modo tale da non riuscire a riempire neppure le prime tre righe di un foglio.
A Modena piove e questo di certo non aiuta.
La giornata è grigia come il colore della mia fantasia creativa.
Mi piacerebbe avere la genialità di Giovanni Allevi il mostro dei tasti bianchi e neri che attraverso un semplice nome di persona, o un viaggio in mezzo al traffico milanese, o addirittura un attacco di panico non perde occasione per ispirarvisi e creare un tappeto di note che adagia con maestria sul pianoforte portandolo regolarmente al successo assicurato.
Giovanni Allevi: il genio della Tastiera (pianoforte)
Io? il genio della.......Pastiera (è il massimo che posso permettermi in fatto di genialità)
E invece vorrei saper scrivere....saper scrivere per regalare emozioni, sorrisi, lacrime, spunti ma penso che rimarrà solo un sogno che mai riuscirò a tradurre se non in modo dozzinale e sommario.
Come vorrei essere in grado invece di donargli la parola, quella facile di linguaggio e di armoniosa assimilazione come una musica di Allevi.
Certo le facce che ho intorno stamattina non so se sarebbero di grande spunto anche per un genio come lui........ma quello non fa testo.
A Lodi il tempo fa schifo........e se già a Modena l’appiattimento era assicurato, qui sembro ormai un elettroencefalogramma inattivo da milioni di anni.
Sarà interessante pubblicare il fumo dell’arrosto?
Non so.....proviamo e......stiamo a vedere!
D’altra parte se una stronzata non la pubblichi sullo STRONZARIO dove tutto è possibile....dove mai potresti permetterti di pubblicarlo?
Evviva il coraggio di chi non si vergogna di nulla!
Buona giornata e.......AIUTATEMI A FAR PROGREDIRE IL MIO STRONZARIO.......affinchè possa diventare il NOSTRO!

28 mag 2007

Pub gay australiano potrà vietare ingresso a eterosessuali lunedì, 28 maggio 2007 11.31 Versione per stampa


MELBOURNE (Reuters) - Un locale australiano per omosessuali ha ottenuto il permesso di vietare l'ingresso agli eterosessuali, per creare un'atmosfera sicura e confortevole per i suoi clienti gay.

Le leggi australiane sulle pari opportunità non permettono la discriminazione degli individui in base alla razza, religione e gusti sessuali.

Ma Tom McFeely, proprietario del Peel Hotel, sostiene che il permesso è necessario per consentire alla sua clientela di esprimere la propria sessualità in un'atmosfera rassicurante.

McFeely dice che ci sono a Melbourne più di 2000 locali pensati per una clientela eterosessuale, mentre il suo è l'unico posto espressamente dedicato ai gay.

La commissione per i diritti umani dello stato del Victoria ha appoggiato la decisione dicendo che è in linea con il principio di difendere una minoranza soggetta a discriminazione.


© Reuters 2007. Tutti i diritti assegna a Reuters.

COMMENTO PERSONALE:
Appoggio la decisione della commissione per i diritti umani che in questo caso ha confermato il divieto di entrata agli eterosessuali all'Hotel del Sig. McFeely non perchè sia a favore delle discriminazioni ma semplicemente perchè gli omosessuali sono spesso oggetto di derisione e di incomprensione da parte di molti......anzi.....TROPPI!
Sono certa che il Sig. McFeely cercando di preservare a tutti i costi la privacy di coloro che hanno semplicemente  gusti diversi dai nostri, abbia ampiamente dimostrato una grande sensibilità d'animo nei confronti di una sessualità mal considerata da una moralità bigotta e ancora da troppa arretratezza mentale.

(Batman, se fosse stato gay, l'avrei amato allo stesso modo......e voi no?)


26 mag 2007

UN 17 COME TANTI.......


Come al solito quando si prospettano guai in vista….io, sono sempre in pole position e addirittura, quando sembra sia riuscita a porvi rimedio, faccio in modo tale da crearne dei nuovi!
Sabato scorso, sapendo che oggi, 17 gennaio 2007 avrei dovuto combattere contro un selvaggio sciopero dei treni, ho anticipato i tempi, facendo un diligentissimo biglietto per uno dei rari treni che avrebbero garantito l’arrivo a Milano.
Perfetto!
Carrozza assegnata, posto prenotato e viaggio comodo assicurato!
Trascorro il weekend tranquillamente e stamattina, immaginando che avrei dovuto accapigliarmi con altri automobilisti arrabbiati, parto con un’ora e mezza di anticipo verso il capoluogo dove mi avrebbe atteso l’eurostar prenotato.
A metà strada mi viene il dubbio di non aver visto il biglietto del treno in borsa!
Panico!
Con una mano continuo a guidare e con l’altra inizio la spasmodica ricerca del fantomatico pezzo di carta....no, qui c’è la trousse per il make up, qui l’imbuto comperato ieri, poi...vediamo....qui c’è il libro che sto leggendo, qui no perché c’è l’Ipod, qui il carica batteria per il pc…ahimè, del biglietto, neppure l’ombra! Riprovo a rovistare con foga ma il risultato è il medesimo.......nulla!
Nel frattempo, mi squilla il telefonino.
Sospendo l’estenuante rimescolio e rispondo:
“Pronto?”
Dall’altra parte, la voce familiare di mio marito, mi dice candidamente: “Tesoro, hai per caso dimenticato il portafoglio a casa? Ne sto vedendo proprio uno molto simile al tuo, sul muretto della sala”.
In pochi attimi, la mia vita è completamente stravolta: non ho più i preziosissimi biglietti che, in un giorno come questo avrebbero avuto un valore inestimabile al punto che se qualcuno avesse voluto fare del bagarinaggio, si sarebbe sentito offrire fior di quattrini per possederli e, destino crudele, non ho neppure il portafoglio che, in casi disperati, apre ancora l’unica porta secondaria rimasta, di un paradiso sempre più lontano e ormai fottutamente perso!
Non facciamoci prendere dal panico! Stronzata pensata troppo tardi.
MA SE MI CI SONO GIA’ FATTA PRENDERE DA MO’!
Mentre mi sto già strappando le prime ciocche di capelli, schiaffeggiandomi ed insultandomi con le peggiori angherie che conosca, quel sant’uomo di mio marito decide di partire per raggiungermi e tentare l’intentabile.
Figuriamoci in questo marasma di auto che si accalcano in tangenziale nell’ora di punta in cui tutti, ma proprio tutti, devono andare al lavoro, cosa potrà mai fare e come potrà riuscire a raggiungermi? Sono le 8,30! L’ETR parte alle 9,15 ed io devo ancora assemblare 1000 tesserine di un puzzle ormai irrimediabilmente compromesso.
Neanche le mie ultime piccole soddisfazioni distolgono temporaneamente i pensieri dal disastro in cui mi sto per andare a schiantare!
A suon di aforismi da scaricatore di porto, sempre che uno scaricatore di porto abbia la cultura necessaria per sapere cosa sia un aforisma, riesco ad arrivare al parcheggio vicino alla stazione e a mettere l’auto in luogo sicuro.
Ma nel frattempo, sto tentando, da una ventina di minuti, di telefonare a mio marito con l’intento di scoprire a che distanza si trovi!
NIENTE!
Solo una musichetta di sottofondo sopra alla quale, scivola una voce femminile che mi accenna ad una storia di apparecchi irraggiungibili come ormai la meta del mio viaggio che vedo sempre più allontanarsi all’orizzonte!
DISPERAZIONE!
Come faccio a spiegare alla Carter Film tutto questo ammasso di sfighe senza dare un po’ nell’occhio?
E come se non bastasse, si tratta di una casa di produzione con la quale ho avuto solo un altro sporadico contatto sempre per la stessa lavorazione.
Sono le 9,00.
Mi decido ad entrare al Club Eurostar e con il sorriso più falso del mondo guardo il bigliettaio e preparo un discorso più o meno articolato per cercare di elemosinare un nuovo biglietto, ovviamente da pagare solo al mio rientro, per quell’ETR di cui avevo già precedentemente acquistato ticket con relativa prenotazione!
L’operatore mi guarda con fare sospetto ma anche leggermente divertito come se volesse dirmi:
“Non poteva trovare un momento meno affollato per volersi prendere gioco dell’azienda Trenitalia? Non abbiamo mai fatto e mai faremo credito agli utenti! Ho forse scritto “coglione” sulla fronte?”
Io sferro il colpo di grazia con lo sguardo più miserabile, sensuale ed accattivante che mi sia consentito fare e con civetteria, sbattendo le palpebre, gli dico di fidarsi!
Detto, fatto!
Mi trovo in mano il fatidico biglietto di andata ma….ormai il ghiaccio è rotto e la confidenza alta al punto da chiedergli senza la minima vergogna, di aggiungerci anche il viaggio di ritorno con l’ETR delle 15.05.
Esegue con estrema naturalezza le mie richieste e gli dico di attendermi per andare a controllare se mio marito nel frattempo è arrivato davanti alla stazione.
Riesco a prendere la linea….e tutto sembra mi porti ad intravedere nuovamente uno spiraglio di luce in questo torbidissimo 17 gennaio, nato sotto i peggiori auspici!
“Eccomi, sto arrivando, sono a 300 metri dalla stazione e sono le 9,10! Puntuale, no?”.
Bello come il sole, arriva Roby, abbassa il finestrino, mi lancia il portafoglio augurandomi una buona giornata e dandomi appuntamento telefonico a più tardi.
Scappo a pagare i famosi biglietti e salgo in treno appena arrivato.
Pieno come una barca di clandestini!
Ma che importa se è un viaggio pagato una volta e ¾? Ma che m’importa se devo farlo tutto in piedi nonostante stia guardando con una certa rabbia il tipo che sta abusivamente utilizzando il posto da me prenotato due giorni fa?
Ma che m’importa? Ormai il problema è scongiurato!
Ore 11,10: sono a Milano!
La Divina Provvidenza mi ha salvata.
MORALE: anche quando non intravedi più alcuna possibilità di riuscita in un’impresa reputata “impossibile”, anche quando hai già pestato tutto ciò che di marrone puoi pestare, non perdere MAI la speranza ma tira fuori le palle e scalcia contro il mondo….qualcosa succederà!

(17 gennaio 2007)

24 mag 2007

...IL MIO PRIMO RADUNO CICLISTICO: “CASTELBOLOGNESE” domenica 20 maggio 2007



Ore 6.00: rrrrrroooooggggggrrrrrraaaaammmmmm! Regan, (la sveglia alla quale ho dato il nome della protagonista de L’Esorcista per il suono gutturale con cui mi richiama all’ordine ogni mattina), inizia a strillare travolta dall’insano piacere di farmi venire un ictus. Ma stavolta la sua perversa soddisfazione viene disattesa dal mio spirito agonistico che già dalle 5 e mezza scalpita come un puledro pieno di avena.

Ore 6.25: Lavaggio completato! Vestizione!......e mentre indosso una delle mie divise da biker, lancio un’imprecazione pensando che al mio debutto in società....proprio la mia “SOCIETA’ ciclistica” non mi ha ancora provvista di divisa. Lancio uno sguardo verso mio marito che vedo ancora più alterato di me perciò evito di buttare altra benzina sul fuoco che mi pare già parecchio vivo!

Ore 6.30: le donne hanno sempre una carta in più nel loro mazzo! Invio un messaggio a Patty (veterana del pedale) che in pochi secondi, con la sua risposta affermativa, mi ha già procurato la divisa. Non voglio pensare a mio marito quando saprà di essere L’UNICO ad esserne sprovvisto.

Ore 6.40: Nel breve tratto casa/garage, sento uno strano ribollìo di pancia! Panico! Nooo dai, sono stitica da almeno 5 generazioni, il mio intestino non può farmi credere di esistere proprio stamattina che devo andare via e non posso permettermi di far fermate non programmate.


Ore 6.50: Allarme rientrato! Tutto apposto! Con le bici in auto, arriviamo alla stazione. Patty e Doriano, gli amici con cui dobbiamo andare a Castelbolognese per partire alla volta del nostro obiettivo, arrivano quasi contemporaneamente per consumare una prima colazione. Indosso la maglia del Pedale Bianco Nero e mio marito mi fulmina con lo sguardo. Lo sapevo! Faccio finta di nulla!

Ore 7.20: Arriviamo in piazza a Castello. Una cifra di ciclisti in attesa di caffè, in attesa di tesserino da timbrare ad ogni posto di ristoro, in attesa di trovare l’ispirazione giusta o gli amici soliti per partire, sono al via e incredibilmente fanno una media anagrafica di 50 anni circa. Penso tra me e me: “Me li fumerò in un batter d’occhio!”

Ore 7.30: Come si suol dire in gergo toscano: “CHI L’HA PIU’ LUNGO SE LO TIRA” il ché significa che arriverà solo chi avrà i numeri e la resistenza per giungere a destinazione. Considerando la marea di chiome bianche che mi girano attorno, non temo più nulla.

Ore 8.45: La prima tappa in cima al Montalbano è come un miraggio che, dopo 4 km e 300 metri di salita mi appare miracolosamente davanti. L’ospizio Sassoli al completo si ingozza di pane e Nutella, di crostata, di panini al prosciutto cotto (credo) bevendo addirittura vino bianco. Io, con il sedere a mortadella e la schiena che urla vendetta, non riesco neppure a scendere dalla bici e ad arrivare a bere un modestissimo bicchierino di tè. Ma cosa ca... hanno mangiato prima di partire sti “diavoli” del ‘900??? Arriviamo al top quando vedo sopraggiungere le ormai da me soprannominate “Adelina e Guendalina bla bla” due anziane signore con un’altezza approssimativamente generosa di 1 metro e 40, un diametro altrettanto gentile di 1 metro e mezzo, con tanto di trucco e parrucco e in tenuta ciclistica fatta sicuramente su misura dalla loro società. Le 2 si dedicano alle pubbliche relazioni intrattenendo i colleghi delle altre società ciclistiche chiacchierando e mangiando a 4 palmenti. Hanno pure il coraggio di fare le brillanti, ridere e bearsi delle attenzioni ricevute. 2 vere forze della natura! Non ci posso credere: mi sento di provare invidia per Adelina e Guendalina bla bla? Anna Giulia.......ripigliati!

Ore 9.45: Sopraggiunti all’incrocio in cui ci saremmo dovuti separare dall’altra coppia di amici per la scelta diversificata di percorsi, io tento di persuadere mio marito a provare di fare il percorso medio anziché quello corto. Lo convinco e invece di girare a destra verso Riolo Terme, giriamo a sinistra. Destinazione: Palazzuolo sul Senio e Passo del Carnevale dove avremmo trovato un altro punto di ristoro e di timbratura del cartellino. A metà strada mi pento amaramente di non aver preso la direzione del ritorno. Mi sembra di essermi fatta fare un’epidurale per l’insensibilità di certe parti che non voglio neppure menzionare.

Ore 10,30: Ormai non si contano le teste canute che mi hanno, come si suol dire: “dato la paga” e mi sto facendo venire un travaso di bile dalla rabbia per ciò che pensavo all’inizio del percorso e quello che invece ho dovuto constatare: i leoni dei primi del ‘900 si dopano o sono proprio io che dovrò da oggi considerarmi una vera sfigata doc?

Ore 11 e rotti: Ho finito le salite e con loro anche le mie energie. 5 km e ½ di pendenza quasi costante. E’ vero che sono sul passo del Carnevale ma è altrettanto vero che sono anche ad un passo dalla crisi di nervi. Cosaaaaa? Nooo, forse sto avendo qualche scompenso visivo: Adelina e Guendalina Bla bla anche qui a ingozzarsi per l’ennesima volta e ridono e fanno le dive e sono terribilmente in forma? Mi stropiccio gli occhi e spero di aver avuto un abbaglio! Invece no! Le dive a forma di damigiana sembra quasi che mi guardino e mi deridano! No, non ce la posso fare.....mi getto di sotto! Vado da mio marito, gli butto le braccia al collo e gli chiedo: “E’ vero che tra tutte le donne che ci sono a questo ristoro, ti piaccio solo io?” A parte me, ci sono SOLAMENTE le 2 anziane signore che io ormai vedo come 2 divinità! Mio marito mi guarda e ridendo dice ad alta voce agli amici: “Mia moglie ha bisogno di tornare a casa. Sta dando qualche segno di cedimento psicologico!” Mi sorride e si guarda intorno come per chiedersi con chi avrebbe dovuto fare il paragone ma, ovviamente non vede materiale con cui fare confronti. Mi riprendo dal momento di sconforto e ripartiamo verso Castelbolognese.

Ore 12,30: Siamo in piazza a Castello. 92 km di divertimento, di sofferenza e addirittura di sbarellamento psicologico nell’ultimo tratto di salita. Ma ora siamo arrivati e tutto è tornato alla normalità. Consegnamo con particolare orgoglio i nostri cartellini e ci avviciniamo agli stand dove la “pasta party” è la giusta ricompensa per la fatica subita. Io ho lo stomaco completamente chiuso dalla stanchezza ma una fettina di crostata e una di pane con la marmellata riesco a mangiarle. Fresche come 2 rose appena colte, in fondo alla mia stessa tavolata, è inutile dire chi ho visto mentre stavano per finire 2 mega porzioni di pennette al ragù. Sì, proprio quelle 2 streghe di Adelina e Guendalina Bla bla che nessuno mi toglie dalla testa abbiano fatto un patto col diavolo, avevano già finito il pasto e ciò mi faceva supporre che fossero arrivate prima di me......come del resto avevano fatto in tutto il resto del percorso. Ma poi, in fondo, ho pensato: “Beh, se fra 20 anni questo è ciò che mi spetta per aver dovuto patire un po’ di fatica pedalando in salita.......EVVIVA IL CICLOTURISMO!”

Ore 21,30: Sono sul divano e ripenso alla giornata trascorsa. Bellissima esperienza questo raduno ma.........chissà se le mie 2 amiche indiavolate saranno davanti al Pamela a fare la fila per entrare a scatenarsi in pista da ballo fino a mezzanotte, orario di chiusura del locale!?!? Ci rido sopra e guadagno con grande fatica la strada del letto.

(Adelina e Guendalina bla bla......per chi non lo sapesse, sono le 2 oche che compaiono nel film "GLI ARISTOGATTI".......Sì, lo so che quelli della foto son 2 pinguini....trovatemi voi 2 oche vicine a 2 bici se siete capaci!)






23 mag 2007

BASTA POCO


 
(DI SICURO, PROPRIO OGGI CON 40 GRADI ALL'OMBRA, NON SAREBBE IL GIORNO IDEALE PER PUBBLICARE QUESTO "MOMENTO" MA SE NON FACCIO UNA STRONZATA, IL TITOLO DEL MIO BLOG CHE SENSO AVREBBE?)



Stamattina, un’altra giornata uggiosa e nebbiosa come cinque o sei o dieci appena trascorse.
Giornate talmente bianche e uguali che ne ho perso il conto.
Mi sono alzata strisciandomi fino al bagno…con la penosa sensazione di aver indossato un macigno che mi accompagnerà fino a sera e che farà parte di me, come un arto o un pacco di pensieri da cui non posso separarmi e che invece ne farei volentieri a meno.
Il buio della notte copre ancora, come un imponente drappo nero, tutta la campagna, appesantita dalla fitta nebbia che offusca i contorni delle case, degli alberi e della mia mente.
Devo violentare i miei bradiposi movimenti per fare, nel tempo concesso dal suono della mia sveglia, tutto ciò che mi serve per uscire e prendere il treno.
Sono in ritardo….cosa assolutamente inusuale per un tipo regolare e puntuale come me.
Brutto presentimento!
Uno stato di angosciante piattezza mi da uno schiaffo a mano aperta e ne assorbo il piccante dolore che mi regala la magra consolazione di essere ancora viva.
Esco.
Sento l’umidità che entra con strafottenza nella mia pelle, profanandone il calore residuo di una notte al calduccio.
Stringo i denti fino allo spasimo e rimpiango il tepore delle mattinate maggioline che mi fanno volare e gioire per nulla.
Arrivo in stazione dopo aver percorso, per qualche centinaio di metri, un desolante paese ancora addormentato e chiuso nel suo bozzolo, nell’attesa di spiccare il volo.
Salgo sul treno.
Primo tragitto: Lugo/Bologna.
Le luci al neon non perdonano i solchi sulla pelle lasciati dal sonno da poco interrotto e le imperfezioni dei volti ancora aggrappati agli ultimi stracci di sogni abbandonati sul cuscino.
Arrivo a Bologna.
Sento il lontano rumore di una bottiglia di coca cola aprirsi e lo sgorgare della dissetante bibita piena di bollicine che mi invade l’orecchio sinistro.
Segnale blutooth dell’arrivo di una chiamata.
“Pronto?”
“Ciao, sono BIP, come stai? Scusa se ti ho telefonato in un momento poco opportuno…..” ed ecco che nasce una piacevole ed inaspettata conversazione che, come per incanto, tramuta la giornata dai contorni fluidi ed impersonali in un gomitolo di soffici sensazioni.
Ora la nebbia è sempre la stessa ma, improvvisamente la trovo rassicurante e dolcemente malinconica; una sensazione che mi trascina dentro una cartolina in cui l’immagine invernale di una aristocratica campagna inglese, la fa da padrona.
Colori di alba mescolati al bianco fumo nebbiolino e al lieve riflesso dorato del sole che fa capolino dietro di esso.
Adesso mi sento BENE!
BASTA POCO per trovarsi davanti ad un altro orizzonte.
BASTA POCO per provare sensazioni diametralmente opposte a quelle di pochi minuti prima…eppure non è mutato nulla fuori…..ma DENTRO sì!
BASTA POCO!
Una telefonata imprevista!
Mi piace tutto questo!

(14 gennaio 2005)

19 mag 2007



Pensiero a me dedicato da ROSEMARY RANDI (scrittrice).

DON’T LET ME DOWN


Ce ne stavamo così, quel giorno di giugno, stipati tutti e quattro nella Cinquecento di Massimo, lanciata a tutta birra per i viottoli polverosi della campagna circostante.
Era caldo e Giulia che a quei tempi era cucita tutt’uno con Massimo, a tratti gesticolava vivace e chiacchierava e a tratti metteva la testa ricciuta fuori dal finestrino e se ne ritornava subito dopo dentro con una risata argentina.
Sandro stringeva con una mano il volante e con l’altra ora le accarezzava una fossetta e ora si portava alla bocca una sigaretta che aspirava avidamente a scatti nervosi.
Io e Bianca eravamo raggomitolate nei sedili posteriori e lei, quel pomeriggio, appariva più allegra del solito, più disposta a giustificare suo fratello per essersi messo con una testa matta come Giulia, che una volta, in treno, mentre bigiava la scuola, aveva staccato una tendina da cui se era fatta confezionare una borsa, che esibiva con spensierata disinvoltura.
Certo Bianca, precisa e ligia ad dovere com’era, non ammetteva simili mattate, né tante altre licenze di Giulia, come quella di far fuori, in pasticceria, quattro tramezzini, per poi dichiararne alla cassa soltanto due.
Massimo, peraltro, che era un tipo scanzonato, più preso dal suo saldatore e dal suo trapano che dal latino e dalla filosofia, i jeans sdruciti e un’aria perennemente arruffata, vuoi per ciuffo ribelle, vuoi per gli occhi azzurri che al mattino, durante le prime due ore di lezione, se ne stavano socchiudi e arrossati e come infastiditi dalla volgare luce del giorno, era cottissimo della sua Giulia, al punto da essersene tatuato il nome, come pegno indelebile d’amore, sul dorso della mano. E se la coccolava tutta, la chiamava con un nomignolo affettuoso e buffo che si addiceva a lei, così pienotta ed esuberante com’era, e a tratti ancora bambina.
Bianca sorrideva e scuoteva ogni tanto la testa, emettendo qualche vago sospiro, ma io che conoscevo bene, capivo che si stava sciogliendo, contagiata dall’allegria degli altri due.
Era strano che Bianca avesse partecipato a quella gita, lei che non faceva un passo senza Carlo, probabilmente alle prese, quel pomeriggio, con qualche esame di economia o giù di lì.
Non mi piaceva Gabriele, con quella sua rigidità e quell’aria tracotante e sicura di sé e quel suo rivolgersi ad Anna come se lei fosse una sua personale proprietà. La mia antipatia scaturiva anche dal fatto che in più occasioni lui mi aveva lasciato capire che io, amica di Bianca fina dalla scuola materna, mi dovevo far da parte, come se fosse possibile cancellare la nostra condivisione con un colpo di spugna.
Eppure quel giorno – forse erano i primi di giugno e noi eravamo elettrizzati per la fine dell’anno scolastico che si avvicinava e per l’ormai imminente inizio delle vacanze estive – di Carlo e della sua supponenza non si avvertiva nessuna traccia e io e Bianca potevamo riprendere a tessere il filo della nostra amicizia per me così preziosa, l’ancora a cui mi aggrappavo nei momenti di depressione e di crisi per qualche insuccesso scolastico o per qualche baruffa familiare o qualche amore non ricambiato.
E anch’io mi sentivo insolitamente allegra, e disposta, diversamente dal solito, non so, a una maggior spensieratezza, a un’allegria più larga e da afferrare a piene mani, estranea alla mia riservatezza, alla timidezza che mi impediva, solitamente, di lasciarmi andare e di bere a grandi sorsate ciò che offriva di bello la vita.
Poi all’improvviso, Giulia si è messa a canticchiare poi a cantare e infine a urlare, con quella voce bella e un po’ roca – don’t leti me down – e noi tutti le siamo andati dietro, anch’io, così stonata com’ero.
E mi sentivo veramente felice e mi sembrava di avere acchiappato una favilla scintillante, una rara farfalla colorata da trattenere almeno un attimo fra le dita, prima di lasciarla di nuovo libera di spiccare il volo, come di lì a poco avrebbe, inesorabilmente, fatto.
Sono appena le tre e dieci e fa caldo, un riesco a riprendere sonno in quella lunga notte di fine agosto.
Chissà, poi, come se ne sono riemersi questi vividi fotogrammi scanditi dal ritmo di Don’t let me down, ribelle preghiera lanciata vanamente al vento in quel lontano pomeriggio di giugno.
Perché poi la vita ci avrebbe tradito e diviso, ci avrebbe gettato per strade diverse e solo di sfuggita ci saremmo incrociati di nuovo, noi che eravamo stati, per un attimo, passeggeri dello stesso viaggio e forse partecipi di uno, stesso, identico, destino.


A MIA FIGLIA CHE HA CAMBIATO LA MIA VITA


MADRE

Non son poeta né fine dicitore,
non son filosofo, né esperta di parole
sono madre e questo può bastare
a donarti un pensiero come solo lei può fare
non avrà lessico, di grammatica sprovvista
ma ciò che dice il cuore mi renderà un’artista
l’ho detto ieri con le lacrime sul viso
l’ho detto oggi con il miglior sorriso
sei gioia della vista e orgoglio immenso
sei colei che alla mia vita ha regalato un senso
con te sto imparando la saggezza ed il rispetto
ed ecco il risultato che vedo al mio cospetto
dai il calore di un giorno di primavera
il piacere di ricordar come si era
con te da anni una famiglia siamo
che altro posso dirti se non un flebile “TI AMO”!
E un giorno quando anche tu genitrice sarai
e all’amore di tua madre a volte penserai
diventerà di certo più facile per te
donargli amore senza chiederti un perché,
dall’anima la risposta giungerà servita
essere madre è più bello della vita!

(mamma july)

16 mag 2007




EUROSTAR 9424 DA AREZZO PER MILANO

Come spesso accade ormai da 13 anni a questa parte, mi trovo sull’ennesimo eurostar in viaggio per Milano attesa in studio per un turno di doppiaggio.
Davanti a me, un ragazzo corpulento e sudaticcio, inumidisce una dispensa intitolata “DALLA RIVOLUZIONE SOCIALE ALLE GUERRE DI RIVOLUZIONE INTERNAZIONALE”.
Mi offre gentilmente un chewing gum alla fragola estraendolo dalla scatola e porgendolo con le stesse mani sudate con cui umetta i fogli del plico. Inorridendo, ringrazio ma "rifiuto e vado avanti" leggermente disgustata e allo stesso tempo intenerita dalla sua prematura cordialità.
Dalla parte opposta dell'angusto corridoietto, in altro scomparto da 4 viaggiatori, un manager intento a domare 2 cellulari impazziti, non si cura del fatto che sta trascinando al manicomio anche noi poveri itineranti capitati per pura sfiga accanto allo yuppie iperproduttivo e per giunta toscano che per tradizione urla come un ossesso .
Sbuffando come un mantice, inizio a dare i primi segni di intolleranza. Mi guardo intorno cercando un controllore per metterlo al corrente della situazione ma sembra una specie in estinzione. Quando li cerchi.....non li trovi MAI! Non mi do per vinta e continuo a cercare per poter mettere fine all'antipatica scena ma soprattutto per cessare di sentire gli affari di un deficiente che racconta al popolo italiano di strategie di mercato applicate all'industrializzazione dell'incremento biologico/comparativo/introequalcheccosa. Insomma......una manica di cazzate che temo non le capisca neppure chi le sta sparando.
Il delirio durato almeno 35 minuti, cessa di colpo per crollo della batteria del primo cellulare a cui faceva riferimento la conversazione marziana!
E vaaaiiiiii! Il primo è andato!
Ma il piacere del silenzio dura il tempo di un sospiro e tutto ricomincia con il trillo dell'altro telefonino.
Desisto e scappo nell'attigua carrozza sperando di essere graziata ma......oggi pare il "telefonino day" e sembra che tutti gli operatori telefonici regalino le conversazioni. Sono TUTTI attaccati ai loro rispettivi telefoni divenuti ormai strumento indispensabile alla sopravvivenza come la bombola ad ossigeno per il malato di enfisema.
Ritorno al mio primo posto dove, nel frattempo, il manager si è addormentato e l'oca giuliva che gli sta di fronte tira fuori dalla borsa dorata e borchiata, l'occorrente da make up sufficiente per truccare 20 modelle ed inizia un'accurata ristrutturazione al viso necessaria a cancellare i segni di un sonno profondo corredato di bocca aperta e ronfata a fondo corsa.
Profumi, belletti, lustrini, squilli, voci irritanti, discorsi poco importanti, sguardi assonnati, bocche impastate dall'orario ancora mattutino.......
Come vorrei essere da tutt'altra parte!
Mi ci voleva proprio che il ragazzo di fronte a me mi riproponesse quel chewing gum che avevo cordialmente rifiutato.......ma stavolta non ho il coraggio di negargli ancora il piacere di darmelo dalla sua mano bianca e sudata.......e lo accetto.
Chiudendo gli occhi, porto la gommina alla bocca, un salto carpiato con doppio avvitamento bypassa completamente la lingua senza neppure toccarla e deglutisco la gomma intera in un batter d'occhio. Non mi resta che far finta di masticare fino all'arrivo in stazione centrale a Milano.


CHE BELLA GIORNATA!

Hai il coraggio di dirmi che sei più sfigato di me....OGGI???

RACCONTAMELO......




CONOSCIAMOCI

Una pagina bianca.............una bella tentazione!
Come mi si apre davanti un foglio completamente candido, il mio cervello inizia a dare i numeri e a trasformarli in parole sputate a ritmo tale da raggiungere lo scopo in breve tempo: far sparire ogni traccia del bianco originale.
E il bello è che tutto quell’ammasso di pensieri più o meno contorti, più o meno intelligenti, più o meno interessanti alla fine dell’esposizione lo considero quasi regolarmente....una grande stronzata.
Vi è mai capitato?
A me, almeno 2 volte al giorno.
Ecco perché ho voluto istituire il mio STRONZARIO che non pretendo sia un titolo originale ma è solo un modo molto modesto per far capire di cosa si tratta.
Esso sarà la forza catalizzatrice che darà la possibilità a tutti...ma proprio a TUTTI coloro che si sentono di condividere con me la stessa situazione, di dire ciò che fino ad ora non ha potuto o voluto dire, semplicemente perché finora non aveva trovato il confessionale che lo accogliesse senza remore, paure o pregiudizi.
Diamo dunque sfogo alle nostre:
IDEE
INIBIZIONI
SFOGHI
DESIDERI
PAURE
PENSIERI
OPINIONI
INTUIZIONI
SOGNI
FANTASIE
CONFIDENZE
senza il minimo timore di essere GIUDICATI ma con l’intento di essere unicamente LETTI!
Se volete questo...........allora, siete arrivati.

BENVENUTI/E ALLO......”STRONZARIO

(lo ammetto, in gioventù avrei voluto fare la psicologa)

15 mag 2007



Oggi ho deciso di "NASCERE...su INTERNET"
(anche se non avete perso nulla fino ad ora)



Sono stanca di vivere nell'ombra.
Sono stanca di essere la vicina della mia vicina.
Sono stanca di essere "....la moglie di..."
Sono stanca di essere "...la madre di...."
Sono stanca di.........
Quanti/e come me hanno voglia di possedere un piccolo potere verbale per riempire di STRONZATE i computer di tutto il mondo?
TUTTI!
Ma pochi hanno il coraggio di FIRMARLE!
Io ce l'ho!
Uscite dal buio, fatevi sentire e ditemi la vostra.

SU COSA?

Sui vostri figli
Sul vostro lavoro
Sui vizi e i difetti del vostro compagno/a
Sulla vostra migliore amica
Sulla vostra EX migliore amica
Sulla vicina impicciona che vi ha fatto rimpiangere milioni di volte di non possedere una casa sull'Everest
Sulla spesa della spesa
Sulla politica
Sul sogno che vorreste realizzare
Sulle vacanze che vorreste vivere
Sul collega di lavoro che vi piace da quando, 12 anni fa, avete messo piede per la prima volta nell'azienda che vi ha assunte.
Sull'amica di vostra figlia che ogni volta che viene a casa vostra desiderereste inciampasse e sbattesse la bocca per terra per risparmiarvi di sentire le sue solite stronzate da adolescente rampante
Sulla dieta
Sul divieto del fumo
Sul ristorante più chic
Sulla chiusura delle discoteche a mezzanotte
Sulla stitichezza e i suoi rimedi
Sul dolce far niente sul divano per un weekend intero senza mariti e figli tra le....
Sulla musica tecno/house/jazz/folk/rock/pop/rap/hip hop
Sulla famme fatale che si limita a guardare vostro marito ma che non decide MAI di fare il passo decisivo: portarselo FINALMENTE via
Sulla simpatica "saccenza" di quel coglione di Volandri che alla fine del match contro Federer sembrava una coca cola: GASATISSIMO!
Sul bellissimo concerto del pianista che fa tendenza: GIOVANNI ALLEVI
Sul gusto "PUFFO" a cui vostro figlio non rinuncia facilmente....
Sull'ultimo deja vu che avete avuto
Sullo sguardo che avete incrociato qualche ora fa sulla metro
Sul tramonto che vi siete gustati qualche sera fa al ritorno dal lavoro
Sulla pedalata che vi siete fatti ieri pomeriggio
Sull'invadenza della suocera
Sull'overdose di chiacchiere a cui avete dovuto sottostare per un favore ricevuto
Sul sesso
Sulla destra e per par condicio, sulla sinistra
Sui film americani anni '50
Sulle moto da enduro
Sulla canzone che ti ha fatto conoscere il principe azzurro
Sull'eternità dell'amore
Sulla insensibilità umana


Ci sono milioni di motivi per cui vorrei che vi faceste sentire a vivavoce....e lo "STRONZARIO" e il modo migliore per farlo più o meno seriamente, con ironia, divertimento.....o semplicemente per farci compagnia (cosa che spesso manca alla fine della giornata di tanti).

Se permettete che mi faccia gli "AFFARI VOSTRI" (termine molto usato da qualche anno).....io vi permetterò di farvi gli "AFFARI MIEI".

VI ASPETTO

annagiù