Oggi, domenica 1 luglio, grande giornata dedicata allo sport nazionale ormai più praticato in senso assoluto: la BICI....anche se so già che mi tirerò addosso l’ira funesta di altri contendenti al titolo tipo: motociclisti, calciatori o tennisti ognuno dei quali attribuisce, in ugual maniera, il primo posto al proprio sport per la grande popolarità che queste discipline si trascinano appresso.
Stamattina, approfittando della sveglia alle 6 per prepararmi al quasi consueto raduno ciclistico domenicale, ho acceso la tv per dare un’occhiata su RAI 3 all’avvenimento della giornata: la tanto attesa Maratona delle Dolomiti (oltre 9000 iscritti accettati), giusto in tempo per non perdermi sullo sfondo dei titoli d’inizio e a cronaca comiciata, il monologo ciclistico a tutto schermo di uno dei soci del Pedale Bianco Nero.
Che bell’effetto vedere qualcuno in tv che porta la stessa divisa che sto indossando per affrontare le mie amiche/nemiche di sempre: le SALITE.
Le salite sono quelle cose che se non ci sono, ti mancano da morire e quando le stai affrontando ti fanno morire..........ma quale delle due morti è la migliore? Io potrei azzardare un’ipotesi ma........ma.........ma approposito di salite, oggi ho in programma un altro paio di “strappi” che non ho mai fatto: la Pieve di Tò e l’altro versante della Carla, la famosa “salita salata” come l’ho chiamata il giorno dopo averci lasciato qualche alveolo polmonare e un rosario di imprecazioni!
Questa incognita un po’ mi spaventa.
Preferisco avere già un’idea di ciò che devo sfidare.
Tutti sappiamo che le cose conosciute ci fanno decisamente meno paura dell’imponderabile, proprio perché possiamo già dare un grado di difficoltà e di fatica a ciò che affronteremo; ma oggi ho nientepopòdimeno che 2 rebus da sciogliere e SO che non posso fidarmi di quei bastardi di ciclisti per chiedere di svelarmeli.
I ciclisti sono la categoria più “BUGIARDA” che esista....ovviamente quando si tratta di farti rivelare gli arcani dei percorsi sconosciuti. Se hai ancora 10 km di salita da fare, non potrai che sentirti dire: “Mo va là, ci zà arivéda, fa pochi stori e pedéla”.
Ma torniamo al raduno di oggi gestito dal G.S. FRUGES 2000.
In teoria, la partenza sarebbe stata alle 7.00 dal Bar Marcello nella Piazza principale di Lugo, ma in realtà, mio marito ed io, potendo risparmiare una buona manciata di chilometri di piana, non ci siamo fatti tanto pregare ed abbiamo deciso di andare a Castelbolognese in auto con le bici al seguito.
Con mille strategie, un’astuta postazione dove poter scendere senza dar nell’occhio, e con fare insospettabile abbiamo parcheggiato a pochi passi dal posto di iscrizione, raggiungendolo, ansimando a dovere, per i chilometri che non abbiamo fatto.
Lungo la strada da Lugo a Castelbolognese, abbiamo superato il folto guppo dei “pedalini” che stavano per arrivare alla Serra Bassa, punto di iscrizione alla manifestazione che oggi ha procurato alla nostra Società ben 98 punti cadauno scegliendo il percorso n.2!
Per la paura che ci vedessero o che potessero scorgere dal vetro dell’auto la manica della divisa uguale alla loro, mi sono abbassata in modo tale da far emergere dal finestrino solo una parte della testa.
Sopraggiunti al luogo di iscrizione, abbiamo approfittato dell’affollamento per aggregarci agli altri soci del Pedale, ad alcuni dei quali, avremmo poi deciso di rivelare la nostra pigrizia.
Infatti, dopo una prima sgambata veloce.......anche TROPPO veloce, abbiamo fatto un gruppo più selezionato in base alle esigenze comuni, come si suol dire: “Il Signore li fa e il diavolo li accoppia.....nel nostro caso........li raggruppa”.
Siamo io, roby, Gnan, la Rosa, Bob, Pironì, la Giò, Paolo, e qualche altro elemento di cui non conosco il nome e neanche il soprannome.
Tutti in un’età compresa tra i quarantacinque e i sessantacinque.
Spero che la cosiddetta “forchetta” abbia agevolmente compreso tutti senza fare permali a nessuno.
Sparando raffiche di cazzate raggiungiamo la prima salita: le CAIBANE......con la quale non farò mai la pace.
Primo tornante, tengo ancora un respiro accettabile, al secondo pure, ma al terzo, la salita si indurisce ulteriormente e lì inizio ad avere i primi scompensi respiratori aggravati dall’aspetto psicologico derivato dal fatto che tutti, compreso mio marito, se ne stanno andando apparentemente senza fare una piega mentre io, la solita cogliona della comitiva, sono sempre al limite della tolleranza fisica.
Mi sembra di essere sempre lì lì per gettare la spugna chiedendomi chi me l’abbia fatto fare.
Si attarda solo un altro tipo del quale colgo l’integrale fatica che sto condividendo e che conosco pienamente!
.........lui è lì.....ad un passo da me........preda appetibile come mai mi è capitato..........vuoi che non approfitti della sua defaillance per superarlo e a fargli provare l’umiliazione del sorpasso?
Do fondo a tutti gli zuccheri, aminoacidi, proteine, lipidi, glucidi, potassio, magnesio, stronzio, ferro e qualsiasi altro minerale mi rimanga in corpo per la pedalata decisiva, quella che mi consente di sorridergli..............................e superarlo.
Se ero già al limite prima, adesso sono andata in iperventilazione e devo concentrarmi e rilassarmi per tornare nuovamente entro i 180/200 battiti cardiaci che mi accompagnano ogni qualvolta affronto una scalata.......
Ma che gusto impagabile il sorpasso in salita!
Dopo un centinaio di metri mi guardo indietro e lo vedo già più distante...........finalmente non sono più l’eterna ULTIMA!
Sulla cima delle Caibane, in breve tempo ricompattiamo il gruppo ma quando gli altri hanno già ripreso fiato, il loro bel colorito ristabilito e si sono rifocillati, al nostro arrivo sono già pronti per ripartire mentre io continuo il viaggio e mi devo accontentare di dare una sorsata di acqua e sali minerali mixati nella mia borraccia.
Wow!
Fortunatamente la discesa mi ridona il buonumore.......ma per poco!
Passato Brisighella cambiano i piani.
A Pieve di Tò (che mi avevo detto essere una salita che si sarebbe fatta dare del “Voi”) sembra ci sia stata una frana perciò siamo costretti a deviare per la “COTIGNOLA”.
Terribile!
Se con le Caibane avevo detto che non avrei mai fatto la pace, con la Cotìgnola, avrei proprio fatto volentieri a botte pur di non doverla fare in bici.
5 chilometri di una salita che non finiva mai.......mi sarei messa a piangere ma...stavolta non ne avevo uno solo dietro di me, sempre il solito, ma ne avevo uno anche al mio fianco: Paolo col quale ho fatto tutto il tratto assolutamente appaiati.
Lo sentivo sbuffare, arrancare, il fiato rimasto non ci permetteva certo di intrattenersi in altro modo; l’unica maniera per far sentire la nostra presenza era tossire, soffiare il naso tenendo aperta alternativamente una narice e poi l’altra e scaricando con forza a terra o, al massimo, fare piccoli lamenti mentre, girando una curva emergeva un altro tratto di salita di cui non si vedeva la fine.
In cima alla collina....raggiunti gli altri.....il mio compagno di sventura, col viso stravolto, con quel po’ di fiato che aveva ripreso, ha detto:
“EVVIVA IL LUNEDì!” sottintendendo che al lavoro, non ci si sogna neppure lontanamente di fare tanta fatica! E tutti non abbiamo potuto far altro che ridere ed approvare il paradosso.
Fatta la Cotìgnola, la Carla al contrario è stato un gioco da ragazzi....o quasi.
Al ritorno mi sono appostata dietro ad un armadio a 4 ante che avrebbe tagliato l’aria a 3 ciclisti appaiati.....e invece tutto quel ben di Dio è stato mio fino quasi all’arrivo a Castelbolognese.
Nonostante i 34 km/h, non sentivo un filo d’aria....mi sembrava di essere in poltrona. Mi ci voleva!
Arrivati a Castelbolognese, siamo saliti in auto e abbiamo raggiunto i nostri amici a Fruges dove ci aspettava l’immancabile “Pasta Party”.
Altroché “EVVIVA IL LUNEDI”, uscire in compagnia degli amici “Pedalini”.....è un vero spasso!