Mio caro Santoro,
il ventennio fascista l’ho sempre considerato roba da libri di scuola che se ben ricordo, credo di aver studiato dal riassunto del riassunto del Bignami di mio fratello, tanto lo ritenevo una perdita di tempo sottratta ai miei veri interessi sociali, ludici e fancazzisti.
Il totale disinteresse che da adolescente degli anni ’60 nutrivo per una “libertà” che ho sempre creduto un diritto sottinteso, era proprio derivato dal fatto che in questa possibilità di scelta, tutti ci sguazzavamo con estrema facilità e del fascismo vissuto solo qualche decennio prima, ne sentivamo solo parlare dai nostri nonni attraverso racconti edulcorati da aneddoti più o meno tristi ma sempre sicuramente affrontabili. Si sa che la nostra mente ha la meravigliosa facoltà di trasformare anche i vissuti peggiori in ricordi saporitamente nostalgici.
Purtroppo, solo a distanza di anni da quei giorni, inizio a capire molte cose, forse per un’acquisita maturità che allora non mi apparteneva o probabilmente per un ciclo di preoccupanti eventi ed avvicendamenti politici sui quali oggi ci stiamo affacciando, forse perché ora non credo più così sfacciatamente che la libertà mi spetti di diritto o per via di una cricca (termine di uso comune in questi giorni) di irresponsabili politici che stanno abusando del loro potere per tentare di cambiare alcuni articoli intoccabili della nostra Costituzione per un loro interesse personale, tant’è che mi trovo sempre più frequentemente a pensare a quel nefasto periodo storico, fatto di bavagli, di olio di ricino e di catene.
Mio caro Santoro, ora è il tuo momento.
Sei sceso in campo, appellandoti alla legge che ti ha appoggiato, per contrastare la prima ingiustizia determinata da quell’editto bulgaro divenuto famoso per l’epurazione di giornalisti della tua caratura, ti sei nuovamente ribellato quest’anno aggirando l’ostacolo del bavaglio all’informazione messo da quegli stessi infami politici che hanno tentato di impedire, soprattutto ai giovani, attraverso un veicolo mediatico come la tv di stato, di godere della normale informazione elettorale per poter fare una scelta oculata e ponderata.
Ma tu, sull’onda di un formidabile entusiasmo a cui tutti ci siamo appoggiati e dal quale tutti abbiamo attinto, hai aggirato l’ostacolo creando quel meraviglioso evento “Raiperunanotte” che rimarrà negli annali della storia mediatica per aver saputo rappresentare tutti coloro che credono nel diritto all’informazione a tutti i costi.
Ora non ti puoi dimettere, ora non puoi scegliere il male minore, ora non puoi decidere di uscire di scena perchè hai sempre dovuto lottare con le unghie e con i denti per mandare in onda i tuoi scoop di cui tutti però, nel bene e nel male, hanno sempre parlato e attraverso i quali è vero che hai suscitato critiche ma non si contano i consensi.
Ora non c’è bisogno che ti diciamo che se decidi di firmare le dimissioni, tutto ciò diviene, come giustamente ha detto qualcuno: “Un piacere fatto a Berlusconi pagato molto caro dai cittadini!”.
Nella posizione di leader delle masse che stai ricoprendo tu in questo momento e di rappresentante delle fasce oneste, non puoi permetterti di trasformare tutto in “sghei” come accusano quei finti giornalisti del Giornale, di Libero e del Pompiere della sera dando alla “vicenda Santoro”, come scrive Loris Mazzetti sul Fatto Quotidiano, un’interpretazione superficiale, riduttiva e soprattutto fuorviante.
No, non puoi permetterti di dare loro la soddisfazione di brindare alla tua sconfitta anzi, devi continuare ora più che mai a lottare contro la malvagità di un governo che sta spolpando una nazione per la quale i nostri predecessori hanno dato la vita.
Aiutaci con la tua caparbietà, le tue capacità comunicative, il tuo talento mediatico e la tua responsabilità di uomo informato, a ricondurre questa società in odore fascista, secessionista e dal bavaglio facile, sulla giusta via di un “diritto alla libertà” che a 16 anni ritenevo dovuto e sottinteso.
Grazie
il ventennio fascista l’ho sempre considerato roba da libri di scuola che se ben ricordo, credo di aver studiato dal riassunto del riassunto del Bignami di mio fratello, tanto lo ritenevo una perdita di tempo sottratta ai miei veri interessi sociali, ludici e fancazzisti.
Il totale disinteresse che da adolescente degli anni ’60 nutrivo per una “libertà” che ho sempre creduto un diritto sottinteso, era proprio derivato dal fatto che in questa possibilità di scelta, tutti ci sguazzavamo con estrema facilità e del fascismo vissuto solo qualche decennio prima, ne sentivamo solo parlare dai nostri nonni attraverso racconti edulcorati da aneddoti più o meno tristi ma sempre sicuramente affrontabili. Si sa che la nostra mente ha la meravigliosa facoltà di trasformare anche i vissuti peggiori in ricordi saporitamente nostalgici.
Purtroppo, solo a distanza di anni da quei giorni, inizio a capire molte cose, forse per un’acquisita maturità che allora non mi apparteneva o probabilmente per un ciclo di preoccupanti eventi ed avvicendamenti politici sui quali oggi ci stiamo affacciando, forse perché ora non credo più così sfacciatamente che la libertà mi spetti di diritto o per via di una cricca (termine di uso comune in questi giorni) di irresponsabili politici che stanno abusando del loro potere per tentare di cambiare alcuni articoli intoccabili della nostra Costituzione per un loro interesse personale, tant’è che mi trovo sempre più frequentemente a pensare a quel nefasto periodo storico, fatto di bavagli, di olio di ricino e di catene.
Mio caro Santoro, ora è il tuo momento.
Sei sceso in campo, appellandoti alla legge che ti ha appoggiato, per contrastare la prima ingiustizia determinata da quell’editto bulgaro divenuto famoso per l’epurazione di giornalisti della tua caratura, ti sei nuovamente ribellato quest’anno aggirando l’ostacolo del bavaglio all’informazione messo da quegli stessi infami politici che hanno tentato di impedire, soprattutto ai giovani, attraverso un veicolo mediatico come la tv di stato, di godere della normale informazione elettorale per poter fare una scelta oculata e ponderata.
Ma tu, sull’onda di un formidabile entusiasmo a cui tutti ci siamo appoggiati e dal quale tutti abbiamo attinto, hai aggirato l’ostacolo creando quel meraviglioso evento “Raiperunanotte” che rimarrà negli annali della storia mediatica per aver saputo rappresentare tutti coloro che credono nel diritto all’informazione a tutti i costi.
Ora non ti puoi dimettere, ora non puoi scegliere il male minore, ora non puoi decidere di uscire di scena perchè hai sempre dovuto lottare con le unghie e con i denti per mandare in onda i tuoi scoop di cui tutti però, nel bene e nel male, hanno sempre parlato e attraverso i quali è vero che hai suscitato critiche ma non si contano i consensi.
Ora non c’è bisogno che ti diciamo che se decidi di firmare le dimissioni, tutto ciò diviene, come giustamente ha detto qualcuno: “Un piacere fatto a Berlusconi pagato molto caro dai cittadini!”.
Nella posizione di leader delle masse che stai ricoprendo tu in questo momento e di rappresentante delle fasce oneste, non puoi permetterti di trasformare tutto in “sghei” come accusano quei finti giornalisti del Giornale, di Libero e del Pompiere della sera dando alla “vicenda Santoro”, come scrive Loris Mazzetti sul Fatto Quotidiano, un’interpretazione superficiale, riduttiva e soprattutto fuorviante.
No, non puoi permetterti di dare loro la soddisfazione di brindare alla tua sconfitta anzi, devi continuare ora più che mai a lottare contro la malvagità di un governo che sta spolpando una nazione per la quale i nostri predecessori hanno dato la vita.
Aiutaci con la tua caparbietà, le tue capacità comunicative, il tuo talento mediatico e la tua responsabilità di uomo informato, a ricondurre questa società in odore fascista, secessionista e dal bavaglio facile, sulla giusta via di un “diritto alla libertà” che a 16 anni ritenevo dovuto e sottinteso.
Grazie