di PAOLA ZANCA
"L'avevo chiusa in un cassetto. Non l'avevo fatta vedere a nessuno, nemmeno a mia mamma, che lei comunque ha le sue idee e non volevo deluderla. Però martedì quando ho sentito Lupi a Ballarò che continuava a ripetere che il presidente è intervenuto sul caso di Ruby perchè si occupa individualmente dei casi di necessità e di bisogno, mi è venuto un flash e sono corsa a prenderla".
Agnese Dinarello, che aveva bisogno, al Premier l'ha spiegato sette mesi fa con una lettera. La risposta è arrivata un mese dopo,il 29 aprile del 2010: "pur comprendendo la Sua difficile situazione, debbo comunicarLe - scrive l'On. Valentino Valentini a nome di Berlusconi - che il presidente del consiglio non può farsi carico dei casi individuali, anche se degni di considerazione. Quotidianamente pervengono all'On. Berlusconi numerose domande di aiuto volte a sensibilizzare un atto di personale generosità: comprenderà quanto sia difficile, aldilà di ogni buon intendimento, poterle accogliere. La Presidenza del Consiglio, d'altra parte, non dispone di fondi da erogare in favore dei singoli cittadini in difficoltà. Le auguro - conclude - di superare presto le difficoltà del momento".
Agnese ha 49 anni e 5 figli. La più piccola ha 11 anni, la più grande 22.
Si è separata dal marito nel 2004. Da allora, le ha provate tutte: il comune, i servizi sociali, la Caritas. Ma il suo reddito da maestra elementare (22.000 euro annui) è già troppo alto per le griglie del nostro welfare. Alla social card non ha avuto diritto. Il bonus famiglia lo ha ottenuto l'anno scorso, "ma quest'anno non esiste più". Il suo ex non le paga gli alimenti. Ha già fatto una prima denuncia, "potrei farne un'altra, ma tanto è come sbattere la testa al muro". E' una donna che non si arrende facilmente: "provo a chiedere anche a chi non conosco". Per questo è arrivata anche fino a Palazzo Chigi: "ho pensato che potevo rivolgermi a chi dovrebbe essere un nostro punto di riferimento, soprattutto perchè lui si è sempre presentato come un paladino della famiglia". Già, lunedi il premier avrebbe dovuto aprire la Conferenza della famiglia a Milano. Ora ha dato forfait. "Quanto avrei voluto andarci - sospira Agnese - mi sarei portata dietro la lettera e, visto che dice di essere uno che aiuta, gli avrei chiesto: "Presidente, potrebbe rettificare quello che ha scritto?". Anche se non ha "nessun legame con il Pdl", tutto sommato Agnese di Berlusconi si fidava: "non avevo pregiudizi, sinceramente non ho mai dato adito ai pettegolezzi. Anch'io posso essere oggetto di critiche e maldicenze, o per invidia o altri meccanismi, figuriamoci a questi livelli". Però adesso è delusa: "ci sono rimasta male. Il principio per cui ognuno dei propri soldi fa quello che vuole è sacrosanto. Però per loro 1000 euro sono come un euro per me. Ci hanno staccato il gas per 2 mesi pensavo: "io sono qua che cucino sulla stufa...", volevo vedere se magari mi aiutava a pagare le bollette". Agnese non vuole la carità ("alla fine abbiamo mangiato lostesso"), si rende conto che "come me ci sono molte altre persone, abbandonate dallo Stato". Ed è consapevole che molti dei suoi guai dipendono da "questa legge sul divorzio che non tutela i più deboli". Ma dopo aver letto del "buon cuore" che Berlusconi ha avuto con Ruby, ne fa "una questione morale": "non si può scrivere una lettera del genere ad una persona in difficoltà e andare in tv a dire esattamente il contrario! Allora lo dica che non si occupa dei "casi individuali" ma di alcuni sì! Anche giovedì Ghedini è andato ad Annozero a spiegare che il Premier fa beneficienza a destra e sinistra. O la può fare o non la può fare!". Si è sentita talmente presa in giro chen on ha avuto più vergogna di far vedere quella lettera di sette mesi fa a sua madre e ai suoi figli. La madre ha ammesso che il Presidente del Consiglio "poteva rispondere anche in un altro modo". I figli l'hanno presa sul ridere. Da due giorni si affacciano alla cassetta della posta, la guardano e si chiedono: "E' arrivato l'assegno del Berla?"
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