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20 ott 2010

ADDIO AD UN PEZZETTO DELLA MIA GIOVINEZZA


È morto a 83 anni Tom Bosley, il papà Howard Cunningham della famiglia protagonista di Happy Days. Si è spento a causa di un infarto, dopo una lunga lotta contro il cancro. TV Guide aveva classificato Bosley, nelle vesti di Howard Cunningham, al posto numero 9 della classifica dei «50 Greatest Dads of All Time Tv» nel 2004, i 50 più grandi "papà" della storia della Tv.

La serie televisiva che ha accompagnato i pomeriggi di un'intera generazione, quella che oggi ha 40 anni o su di lì, aveva debuttato nel 1974 ed era proseguita per ben 11 stagioni, dopo aver introdotto personaggi diventati classici della cultura popolare, come il bullo Arthur Fonzarelli (Fonzie), e il bravo ragazzo Richie Cunningham (guarda le foto). La serie, ambientata a Milwaukee, era imperniata sulle vicende quotidiane della famiglia Cunningham. La famiglia era composta da Howard, proprietario di un negozio di ferramenta, da sua moglie, la casalinga Marion e dai figli Charles (detto Chuck), Richard (detto Richie) e Joanie. Il figlio maggiore Chuck ha partecipato solo alle prime due stagioni, per poi scomparire dal cast.

Dopo Happy Days, Bosley aveva avuto un ruolo ricorrente nella serie "La Signora in Giallo" nelle vesti dello sceriffo Amos Tuppler. Nel 1994 aveva rivestito il ruolo di Maurice nella versione di Broadway de «La Bella e la Bestia».

Il suo primo successo era giuto come attore a Broadway, nel 1959, come protagonista del musical "Fiorello!», che raccontava la storia del famoso sindaco italo-americano di New York, Fiorello La Guardia.

7 ott 2010

"INQUIETANTE!"





Disoccupata, precaria, troia, vergine stuprata, ministro promosso per l'aspetto, per il culo, ma anche la bocca aiuta, costretta ad accettare avances sul lavoro, preda delle voglie di parenti e delinquenti, uccisa da zii, mariti, amanti, ex compagni, buttata sulla strada da magnaccia, introdotta nei letti dei potenti come una regalia per acquisirne la condiscendenza. Extracomunitaria e minorenne, a migliaia, quasi bambine, carne fresca sui viali di tutte le città, facile conquista di padri di merda e di famiglia nell'indifferenza totale. Miss Italia che mostrano la loro mercanzia in prima serata, ragazze di cui non si ricorderà il sorriso, lo sguardo, ma soltanto il seno, i lombi, l'incavo delle cosce, vallette con i fili interdentali nelle chiappe in tutti i programmi televisivi, seminude anche nella notte di Natale, merce gratta e fotti, a disposizione degli italiani, inconsapevoli aspiranti puttane del piccolo schermo. Sottopagata, quota rosa, residuale, marginale, esclusa dalle scelte, dalla politica, senza diritti civili se non benedetta dalla sacralità del matrimonio, senza una pensione anche se moglie di fatto per una vita, senza asili, senza spazi verdi per i suoi figli, perché i figli sono delle donne, quasi sempre. Corpo e non persona, buco e non spirito. Oggetto di modernariato con labbra a canotto e zigomi da lupa, in vecchiaia simile a una maitresse di antichi bordelli. Plasmata dalle necessità e dal trionfo del membro maschile, signore e padrone della sua vita. Non più persona, ma oggetto, che si può usare, prestare, strangolare, possedere. Un transfert di massa l'ha trasformata da essere vivente a cosa di comune disponibilità, accessibile, che non può negarsi, non ne ha più il diritto. Proprietà privata, ma anche pubblica, da strangolare in caso di rifiuto, nella scala sociale appena al di sopra una bambola gonfiabile, da possedere anche dopo la morte, perché una cosa non è viva e non è morta. E' solo una cosa, una donna, nient'altro che una donna.
(dal blog di BEPPE GRILLO)

5 ott 2010

LA BLASFEMIA DEL PAESE REALE

di MASSIMO FINI

In questi anni Silvio Berlusconi ha aggirato nel modo più turpe un'orfana di padre e di madre, minorenne, sfilandole qualche decina di miliardi, ha giurato il falso in Tribunale, ha commesso gravi reati da cui è uscito asolto solo per prescrizione, ha corrotto un testimone in giudizio perchè desse una falsa testimonianza che gli è servita per salvarsi in un paio di altri procedimenti, attraverso una settantina di società off-shore è autore di un'evasione fiscale colossale, tutti atti oltre che penalmente rilevanti, moralmente ripugnanti, e l'Osservatore Romano, alias il Vaticano, non solo non ha mai mosso orecchia ma, soprattutto sotto la direzione di Mario Agnes, ma anche dopo, ha attaccato costantemente la Magistratura italiana quando si è permessa di richiamare il Cavaliere e i suoi accoliti a quel rispetto della legge cui tutti siamo tenuti e in particolare chi ricopre alte e altissime cariche pubbliche. Insorge improvvisamente adesso e si indigna per una mezza bestemmia inserita in una barzelletta detta da Berlusconi in privato un anno fa. E i giornali gli vanno pedissequamente dietro. Questo è un Paese che ha perso ogni senso della gerarchia dei valori e delle cose che sono importanti e di quelle che non lo sono affatto. "Insopportabile" non è la pseudo-bestemmia di Berlusconi, ma l'ipocrisia, il tartufismo, il moralismo un tanto al chilo che permeano ormai l'intero Paese. E poi se è l'ora di finirla con l'impresentabile Berlusconi, per ben altri motivi delle sue barzellette, è anche l'ora di finirla con Papi, Cardinali, Cei, Bagnaschi, preti di tutte le risme che, con un pretesto o con un altro, entrano ogni giorno a piedi uniti negli affari interni dello Stato italiano (se Sarkozy, in una cena fra amici, avesse raccontato una barzelletta blasfema, nessun Osservatore Romano sarebbe intervenuto). Se le opposizioni e i giornali che, in modo diverso, la fiancheggiano vogliono rendere l'ennesimo favore a Berlusconi insistano pure, invece che sulla sentenza Mills, su questa sciocchezza dell' "orchidea" che se allarma alcune begnine cattoliche lo rende simpatico a tutti gli altri. Perchè noi oltre che di Santi, di Poeti e di Navigatori, siamo anche un popolo di Bestemmiatori (si pensi alle "madonne" quasi liriche, dei toscani).
Monsignor Fisichella ha detto che la blasfemia di Berlusconi va giudicata all'interno del contesto in cui è avvenuta.
Una volta tanto siamo d'accordo e speriamo che la pseudobestemmia di Berlusconi serva almeno ad evitare un grottesco cartellino rosso al calciatore che, preso un temendo pestone dall'avversario, sacramente come dio comanda.
Perchè questo è il nuovo regolamento della Figc in omaggio all'ipocrisia di un Paese che è cattolico a parole e nelle parole e profondamente blasfemo nei fatti.

COMMENTO:
Daccordo sul fatto che ci si scandalizzi per una bestemmia nonostante sia contestualizzata in una barzelletta e non lo si faccia per tutti i reati che accompagnano il nostro Presidente del Consiglio, ma è anche vero che sarebbe ora che la finisse di fare la marionetta in pubblico prendendosela con tutte quelle donne che non corrispondono al target della "battona", tanto amato dal Premier. Ha ragione Margherita Hack quando dice: "Ma si guarda mai allo specchio? Questo nanetto con i capelli tinti, la faccia rifatta, si permette di offendere una degna persona come Rosy Bindi? Si dovrebbe vergognare!"