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17 giu 2007


"LA CROARA" 


Ricordo che dall’età di 5 o 6 anni fino a quella in cui acquisii la forza di oppormi alla violenza “antimodaiola” di mia madre, c’era un negozio di calzature in centro, che forniva scarpe a tutta la famiglia perché a casa mia si prediligeva la qualità della fabbricazione alla tendenza giovanile del momento.
Io ero assolutamente contraria che facesse regolarmente gli acquisti in quel negozio di lusso perché, come tutti i bambini e poi ragazzini della mia età, si andava molto ad omologazione e avrei voluto scegliere altre marche, altri tipi di calzature e soprattutto avrei voluto ai piedi le scarpe che avevano 23 delle mie compagne di scuola su 24.....e la ventiquattresima ero sempre, naturalmente ed indiscutibilmente io.
Stamattina ho avuto l’occasione per rievocare questo particolare della mia vita che fu talmente traumatico che per un breve periodo fece di me una Sandy Show degli anni ’80.
E adesso vi racconto la storia, partendo dalla rievocazione del mio remember.
Stamattina, terzo Raduno ciclistico a cui ho partecipato:
MANIFESTAZIONE PONTESANTO - IMOLA
"Percorso 2" (120 punti forniti alla mia società):
Lugo, Imola Pontesanto (iscrizioni) Casalfiumanese, M. CROARA, Valsellustra, Cima Gessi, bivio Sassoleone (Controllo+Ristoro) Castel S. Pietro, Pontesanto, Lugo.
Il mio gruppo ed io siamo partiti da Pontesanto così da ridurre il percorso da 110 chilometri ad una settantina in modo che per tutti diventasse un tratto più umano ed affrontabile.
Da Pontesanto, giusto il tempo di fare una piccola passeggiata di qualche chilometro fuori Imola dalla Montanara e ci siamo ritrovati a prendere una bella e piacevole stradina immersa nel verde, quasi esclusivamente frequentata da ciclisti che anche stamattina sembravano milioni.
Subito, il punto non è stato il Raduno, a cui comunque successivamente ritorneremo, ma il nome di quella stradina che per il primo tratto è stato veramente un vero piacere percorrere. Via CROARA era il nome della strada in questione e “Croara” era anche  il nome che avevo dato alla padrona del negozio per l’assonanza che aveva con il suo reale cognome, dunque anche al nome del negozio da me detestato per tutta la mia infanzia e parte dell’adolescenza. 
Basta solo cambiare l'ultima vocale finale da "a" in "i" e il gioco 
è fatto.
Leggendo quel nome stamattina, l’ho immediatamente legato (come era ovvio succedesse) a tutte quelle dannate scarpe, scarpette e scarpettine  alla Holly Hobbie che indossavo e di cui mi vergognavo al punto che appena ebbi l’opportunità di essere io a poter scegliere la calzatura da indossare, in un primo tempo furono anfibi, scarponi da trekking o comunque scarpe che più grosse erano e più si allontanavano dagli obrobri che mi facevano mettere, più le mie "fette" gioivano. Successivamente mi rimisi in carreggiata (si fa per dire) cercando di ingentilire in miei gusti ed iniziai a portare: Clark o Timberland o Tods ma tutti erano rigorosamente scarponcini da uomo o comunque unisex.
Poi, la ribellione toccò livelli maggiori tanto da trascorrere un’intera estate in vacanza senza MAI indossare un paio di scarpe ed ecco la Sandy Show di cui ho accennato in apertura di “chiacchierata”. Sandy Show, per chi non avesse avuto il piacere di incrociarla in uno dei vari Studio 1 o altro spettacolo nell’unica rete RAI esistente all’epoca, era una cantante che si presentava con un look molto anticonformista e sempre rigorosamente SENZA SCARPE!
E per un’estate intera divenne il mio mito.

Ma tornando alla “Croara”, quel primo tratto della via di stamattina non aveva nulla a che vedere con il sentimento che mi fece invece provare per quasi un decennio della mia vita quel nome ma, andando avanti lungo il percorso mi sentivo di trovare sempre più analogie con l’avversità che provavo invece per quella povera signora che, pensandoci ora, non aveva che la colpa di fare l’ingrato mestiere di accontentare una cliente, MIA MADRE, e di scontentarne un’altra: ME.
Dove mai potevo trovare l’analogia tra un tratto di strada ed una signora che vendeva quelle odiose scarpe?
Presto detto.
Stamani, più mi inoltravo per quella strada, più la fatica che facevo a percorrerla diventava insostenibile. Una salita che cresceva in modo esponenziale con la crescita della mia stanchezza nell’affrontarla, e ad ogni curva che facevo, se ne vedeva spuntare un’altra ancora più tremenda.
A qualche chilometro dall’inizio dell’agonia.......ho cominciato AD ODIARE QUELLA STRADA COME ODIAVO LA POVERA SIGNORA CHE IGNARA DEI MIEI SENTIMENTI NEI SUOI CONFRONTI, MI METTEVA AI PIEDI SCARPE CHE MI FACEVANO SCHIFO dicendomi: “Beh, non vedi come sono carine? Sembri una ballerina!” quando io non avrei MAI voluto fare la ballerina ma il veterinario.
Ecco, presto trovata l’assonanza fra una strada e una venditrice di scarpe.
Finita la “CROARA”....ho riposto nel cassetto dei miei ricordi anche quella povera signora diventata l’incubo della mia giovinezza. Ma se la incontrassi oggi, anticipandole le mie scuse per tutto l’odio che ho nutrito nei suoi confronti, le regalerei un bel paio di anfibi e glieli farei indossare. Poi le direi: “Beh, ma come non le piacciono.....non vede che sembra un bel militarino di guardia alla polveriera?”.
Temo che un po’ di disprezzo lo proverebbe anche lei nei miei confronti.

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