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28 giu 2010

RINGRAZIO MINNIE LA RATTA PER IL CONTRIBUTO


Caro Peter Gomez ma hanno davvero senso le provocazioni di Massimo Fini?


A distanza di qualche giorno non si placano le proteste e le indignazioni sulla rete, di molte lettrici del Fatto quotidiano (e lettori) che quell’articolo di Massino Fini del 20 giugno scorso “Due donne al prezzo di una” non l’hanno proprio digerito. Il giorno seguente Peter Gomez nell’articolo “Uomini e donne: una questione di democrazia”, ha preso le distanze dai contenuti espressi nell’articolo ma al tempo stesso ha difeso il diritto di Fini come uomo libero e “grande intellettuale dalle scelte coraggiose” di scrivere le sue opinioni, concludendo che comprende il senso delle sue provocazioni.
Davvero?
Nell’articolo, Massimo Fini, dopo averci propinato riflessioni sui rapporti tra uomini e donne tanto desolanti quanto imbarazzanbti per la banalità e la pochezza conclude il pezzo scrivendo che le donne italiane in Afganistan troverebbero uomini che “saprebbero farle rigare dritto come meritano e probabilmente desiderano”. Come fanno rigare dritto le donne in Afganistan? Con una sistematica violazione dei diritti umani, con violenze, stupri ed umiliazioni che sono state legittimate prima dal regime dei Talebani ora dall’attuale governo. E allora si può davvero capire il senso di una provocazione su una tragedia umana? Si può davvero difendere l’ironia sulle vittime del razzismo, dell’olocausto, della xenofobia, dell’omofobia, o dell’intolleranza religiosa? E se non è comprensibile il senso dell’ironia sulle vittime di queste spregevoli violenze perché dovrebbe essere comprensibile e avere un senso, l’ironia sulla violenza alle donne: forse perché le donne sono “diversamente persone”? Oppure per quel principio non detto e non scritto ma molto applicato nei secoli dalla cultura e dalla civiltà patriarcale, tanto cara a Fini, che si potrebbe riassumere nello slogan “stupri e buoi dei Paesi tuoi” ? In virtù di quel principio non detto ma evidentemente molto duro a morire, violenze considerate inaccettabili se commesse nei confronti dell’umanità quando viene vista come gruppo religioso, etnico, politico diventano un po’ più accettabili quando sono commesse nei confronti delle donne: e violenze che costituiscono negazioni dei fondamentali diritti umani divengono per incanto “tradizione e cultura” del Paese dove sono commesse. E allora l’ironia e la provocazione disgustosa sulla tragedia delle donne afgane, sbattuta in faccia alle donne italiane, trovano un senso anche sulle pagine del Fatto Quotidiano.

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