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29 giu 2010

UNA RISATA VI SEPPELLIRA'




Di Luca Telese
“Il governo a sua insaputa” si sta trasformando in qualcosa di più di un episodio grottesco o di una collezione di gaffe personali: è il primo vero, unico reality tragicomico sul potere italiano. Potrebbe diventare un format di successo, un pre-serale leggero per allietare gli italiani con trovate di vaudeville, comicità involontaria e – ovviamente – belle donnine in carne.
Il giochino telefonico per i telespettatori, per esempio, è di sicuro appeal: indovina anche tu “chi è la bionda” del giorno vicino al premier, chiama il numero verde e vinci fantastici premi. “Il governo a sua insaputa” è una striscia quotidiana con un cast di primordine, in cui è difficile individuare un vincitore perché tutti sono pronti a dare il peggio di sé. Noi eravamo convinti che nessuno avrebbe mai battuto il dominatore incontrastato delle prime puntate, Claudio Scajola, l’uomo che vive a sua insaputa e che aveva gridato a telecamere unificate il suo grido di battaglia: “Se scopro chi mi ha comprato la casa, m’incazzo come una belva!”. E’ stato eliminato dal gioco, ma subito dopo la scena è stata occupata da Guido Bertolaso. Agevolato nel compito di essere sia ministro sia comico, l’uomo che ha reso il massaggio anti-cervicale arte di governo. Le due rubriche curate dal capo della Protezione Civile, “ripassatina” e “sconocchiata con le stelle” vanno in fascia protetta perché vietata ai minori, ma ci hanno regalato grandi picchi di ascolto.
Quando lo hanno eliminato, per non perdere share, gli autori del programma hanno richiamato in campo un altro grande talento comico: L’ex ministro Pietro “Embè” Lunardi, il quale ci ha candidamente spiegato che sì, è vero, ha favorito la nomina di Balducci, ha ottenuto dalla Cricca una palazzina a 4 milioni di euro invece che 8, si è fatto ristrutturare la casetta da Diego Anemone e lo ha a sua volta aiutato ad acquistare i terreni per costruire il suo Salaria Sport Village. Poi, con un colpo di classe che lo ha portato in cima alla classifica, ha aggiunto: “Ci tengo a precisare che questi favori li ho fatti come persona, e non come ministro!”. Sublime. Si vede che questi ministri sono copionati da autori satirici di primo piano, battute così non si improvvisano (noi invece, ci teniamo a precisare, lo consideriamo un cialtrone sia come persona sia come ministro). Sta di fatto che Lunardi era certo di aver messo al tappeto Scajola e Bertolaso, quando – esattamente come all’Isola dei famosi – gli autori hanno avuto un’altra trovata. Infilare un nuovo ministro. Così è entrato in scena il nostro beniamino, Aldo Bracher. Il nuovo gioco a punti, “Trova anche tu le deleghe di Aldo”, sta appassionando gli italiani (mentre il ministro Rotondi e la sua sottosegretaria Daniela Santanchè sono ancora in cerca d’autore). Brancher avrebbe voluto che con lui fosse nominato anche Marcello Lippi, al ministro per l’attuazione del punteggio. Ma Lippi ha declinato l’invito perché gli è bastato il reality del Sudafrica. Come si diceva un tempo: una risata vi seppellirà.
(da IL FATTO QUOTIDIANO)

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