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5 giu 2007

LA BICICLETTATA DEL MARTEDI MATTINA


E’ normale che quando ci si trova in salotto in compagnia di amici spesso si parli di lavoro, di figli, di economia ma dobbiamo ammettere che il collante fondamentale e la conversazione più piacevole sia sempre la condivisione dei propri passatempi, in base ai quali si trovano proprio quegli amici che ora sono in poltrona davanti a te con un buon bicchiere di.....vino......no...diciamo di aranciata, visto che sono.....ahimè.....astemia e probabilmente allergica all’alcol tanto che quel solo dito di “moscato” dell’ultimo dell’anno, mi riempie il viso di bolle rosse facendomi sembrare un dalmata! Che rovina!
Ma torniamo alla riflessione di oggi.
Avendo preso la cosiddetta “paglia” per la bicicletta, non posso che ricadere spesso e volentieri su racconti o discussioni o riflessioni su quello che accade a cavallo del nostro 2 ruote a pedale che tanto appassiona migliaia e migliaia di persone.
Stamattina alle 6.45 (e non posso che dare bonariamente e in tono scherzoso dei “mezzi grulli” ai ciclisti ......viste le ore mattutine in cui si trovano per andare a “sgambare” come farebbero i cavalli negli ippodromi prima di un’importante gara)....dunque, dicevo che alle 6 e ¾ mi sono alzata e mi sono preparata per essere alle 7 e mezza davanti al supermercato PAGLIUTI che, per chi abita a Lugo e dintorni, sa di cosa parlo. Davanti a questo supermercato, tutti i martedì e i giovedì sia mattina che pomeriggio partono squadre di ciclisti pieni di buona volontà e voglia di battere il loro ultimo traguardo della domenica precedente.
Incredibile quanti siano!
Sembra che tutti siano in pensione o vivano di rendita o facciano i turni.
Nessuno lavora 8 ore al giorno.......salvo quei pochi rimasti che non sono presenti ai raduni.
Diciamo che se a Lugo gli abitanti sono....beh....intorno ai 18.000 (escluso il comprensorio naturalmente), 17.000 sono in tutina aderente e “cavallo” in carbonio sotto il sedere pronti per partire.
E’ logico che sto scherzando ma......vi consiglierei di passare in uno di quei 2 giorni da Pagliuti e forse anche voi vi domandereste: “Ma a Lugo, CHI VA A LAVORARE?”
Appurato che forse sono le mezze mele rimaste a casa a provvedere al sostentamento delle famiglie di cui questi ciclisti fanno parte, c’è un altro punto fondamentale mai da sottovalutare: LE TESTE CANUTE!
Mai e ripeto MAI decidere di andare in uscita con la categoria dei pensionati dai 65 in su.
Subito ti aggreghi a loro pensando di farti una passeggiatina tranquilla......ma quando torni, se non ti sei lasciato ancora andare ad un pianto liberatorio, sicuramente la rabbia ti attorciglia lo stomaco per l’invidia che questa generazione di fenomeni ti ha fatto provare.
CONSIGLIO: uscite con i vostri coetanei....potrete avere molta più possibilità di non fare quelle magre figure che fareste se, al contrario, decideste di uscire con i 70enni.
Oggi, ancora ignara di ciò che mi aspettava, sono uscita con 7 pensionati.
Carini, gentili, premurosi....ma in cuor mio pensavo: “Poveriiii, con quale coscienza posso decidere di lasciarli indietro e andare con un ritmo un po’ più sostenuto.” Vabbeh, decido che farò una passeggiata “agile” (come si dice in gergo ciclistico per non dire.........soccia che palle...oggi ho anche le zavorre dietro!)
Cosa?
Zavorra?
Chi?
IOOOOOOO.....SONO LA VERA ED UNICA ZAVORRA!!!!!!!
I “ciclisti pensionati” sono la categoria più incarognita che esista. Hanno una resistenza che te la sogni.
I “ciclisti pensionati” sono tremendi, mai stanchi e devi solo toglierti tanto di cappello quando umilmente ti danno consigli sulla tecnica da adottare.
CHE FENOMENIIIIII!
Il bello è che, all’inizio della passeggiata, non capisci mai se ti danno spago per gentilezza o perché sono già a corto di ossigeno. E’ ovvio che inizialmente pensi subito alla seconda ipotesi.
No, no......non vi fate ingannare!
Sono solo consapevoli della tua difficoltà di star loro dietro e, modestamente, cercano di non farti sentire già nei primi 10 kilometri un “giovane” imbecille privo di resistenza ma che, onestamente, hai già capito da solo di essere.
In cima al Montalbano....io non ne avevo più. Le mie energie erano ridotte ad una riserva della riserva e i “RAGAZZI” erano belli come il sole. Uno di loro, lungo la salita, mi si era addirittura affiancato per raccontarmi, senza fiatone, di un altro piacevole tragitto da fare, consigliandomelo quanto prima.
Spero di non essergli sembrata maleducata se non gli ho neppure risposto ma.....giuro...... che se avessi anche controbattuto alla conversazione.....sarei stramazzata al suolo.
Grazie al cielo, quando ho visto la cima del Montalbano, mi sono rincuorata e, solo dopo un paio di minuti, sono stata in grado di rispondere a Francesco, anche se un po’ in ritardo...ma lui aveva già capito l’antifona.
Ho atteso con impazienza di vedere cos’avrebbero tirato fuori dalle loro tasche posteriori per continuare a mantenere quel meraviglioso ed invidiabile aspetto da salute che non poteva che farmi una maledetta rabbia.
Avevano pure il coraggio di fare battute del tipo: “Per fortuna è la prima volta che fai il Montalbano con la bicicletta nuova. Al secondo tentativo, ci perderai!” oppure: “Osta la tabaca l’an ha miga gnit da imparé!”.
Acqua, non avevano che ACQUA nella borraccia e nient’altro.
Niente Sali, niente fichi secchi (che dicono siano una bomba ipercalorica essenziale per fare le salite), niente barrette ultraenergetiche, niente rivitalizzanti liquidi che entrano subito in circolo.......solo MANICO e tanti kilometri nelle gambe.
A questo punto non mi resta che sperare di compiere 60 anni per raggiungere il loro livello.
Al ritorno, con una media di 30/32 km/h, sopraggiunti all’incrocio per Brisighella a destra e Villa Vezzano a sinistra, 2 dei nostri compagni hanno nientemeno che salutato la comitiva per andare a scalare le Caibane.......altra salita notevole!
Ma ormai ero pronta a tutto e ci ho solo fatto una risata sopra.
I nonni di oggi.......sono un VERO SPETTACOLO!
La vita è lunga se la trattiamo bene.
Sono sul divano a scrivere! Un occhio è già chiuso e l’altro gli sta andando dietro.....sono stanca morta ma mi sono divertita da impazzire.
Temo che sarò spesso una compagna di viaggio di questi leoni del pedale perché sono gli allenatori migliori del mondo.
Grazie a Shleck (che abbiam chiamato così per la grinta con cui aggrediva i pedali e le salite), al Taba (simpatico come nessuno), a Francesco (che mi ha elargito un tot di ottimi consigli) e agli altri 3 o 4 amici meno loquaci ma di buona compagnia.

Alla prossima.

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