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6 lug 2010
“SOLO IN QUESTO MODO POTREMO ESSERCI TUTTI”
Risposta di ROBERTO NATALE Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana
di Fabio Amato
Sì allo sciopero, perché “solo in questo modo ci possiamo essere tutti”. Il presidente della Federazione nazionale della stampa, Roberto Natale, rivendica la legittimità della “serrata” contro il ddl intercettazioni e risponde a Marco Travaglio.
- Presidente Natale, trova ingiuste le critiche?
Credo che non sia vero che abbiamo lo sciopero come riflesso condizionato. Tanto è vero che l’ultimo sciopero organizzato dalla Fnsi risale al 2007, guarda caso proprio in protesta contro l’iniziativa dell’allora ministro della Giustizia, Clemente Mastella. Anzi, mai come ora il sindacato dei giornalisti ha dato prova di ricorrere alla fantasia per sostenere la propria iniziativa. Dalla manifestazione dell’ottobre scorso all’ultima contro la legge-bavaglio sono trascorsi mesi di appelli, incontri, volantini, giornali, siti e blog listati a lutto.
- Si poteva fare ancora di più?
L’Fnsi può essere considerata responsabile solo per se stessa. Ci sentiamo però di ascriverci il merito di avere creato uno schieramento così largo e di avere modificato alcune importanti posizioni, tra cui quella di una parte del centrosinistra che, come testimonia appunto la legge Mastella, tre anni fa aveva un atteggiamento di fastidio nei confronti della stampa. Ci auguriamo che questo sostegno continui anche qualora dovesse tornare a governare il Paese.
- Questo non serve a spostare Berlusconi, però.
Mai come oggi la nostra battaglia è circondata da tanta simpatia e sostegno. Nonostante si ostini a dire che il 95% degli italiani teme di essere intercettato, oggi il presidente del Consiglio è in difficoltà.
- Molti, dallo stesso Travaglio a Flores d’Arcais, fino all’appello di Valigia Blu, sottolineano il paradosso di mettersi il bavaglio contro il bavaglio. Perché proprio lo sciopero, non si poteva fare altro?
Sono mesi che chiediamo alla Fieg di dare un segnale condiviso, per esempio una stessa prima pagina su tutti i giornali, ma la federazione non è stata in grado di garantire la stessa iniziativa per tutti.
- Sta dicendo che ci sono tensioni con la Fieg?
Con la Fieg i rapporti sono normali come lo sono quelli tra sindacato e Federazione degli editori. Non è questione di tensioni, semplicemente non è detto che ciò che è possibile per un giornale sia possibile per altri. Immagino la difficoltà di chi, dentro alla Federazione degli editori, deve mettere tutti d’accordo. Uscire gratis, ad esempio, è qualcosa che pochissimi giornali in Italia potrebbero permettersi in questo momento. Dare la deroga al Fatto Quotidiano significherebbe fare la stessa cosa poi con gli altri organi di stampa. E comunque questo non risolverebbe la partecipazione alla protesta delle agenzie e del settore radiotelevisivo.
- Lo sciopero come unica forma possibile?
E’ arrivato il momento di dire che la situazione è veramente grave. E in questa situazione più del gesto ha valore esserci tutti. E quando dico tutti voglio dire che per la prima volta partecipano veramente tutti i media. Uno dei segni più belli della condivisione di questa battaglia è vedere che assieme a giornali, televisioni e agenzie, anche i blog e i siti sono coinvolti per un unico scopo.
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