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23 mag 2007

BASTA POCO


 
(DI SICURO, PROPRIO OGGI CON 40 GRADI ALL'OMBRA, NON SAREBBE IL GIORNO IDEALE PER PUBBLICARE QUESTO "MOMENTO" MA SE NON FACCIO UNA STRONZATA, IL TITOLO DEL MIO BLOG CHE SENSO AVREBBE?)



Stamattina, un’altra giornata uggiosa e nebbiosa come cinque o sei o dieci appena trascorse.
Giornate talmente bianche e uguali che ne ho perso il conto.
Mi sono alzata strisciandomi fino al bagno…con la penosa sensazione di aver indossato un macigno che mi accompagnerà fino a sera e che farà parte di me, come un arto o un pacco di pensieri da cui non posso separarmi e che invece ne farei volentieri a meno.
Il buio della notte copre ancora, come un imponente drappo nero, tutta la campagna, appesantita dalla fitta nebbia che offusca i contorni delle case, degli alberi e della mia mente.
Devo violentare i miei bradiposi movimenti per fare, nel tempo concesso dal suono della mia sveglia, tutto ciò che mi serve per uscire e prendere il treno.
Sono in ritardo….cosa assolutamente inusuale per un tipo regolare e puntuale come me.
Brutto presentimento!
Uno stato di angosciante piattezza mi da uno schiaffo a mano aperta e ne assorbo il piccante dolore che mi regala la magra consolazione di essere ancora viva.
Esco.
Sento l’umidità che entra con strafottenza nella mia pelle, profanandone il calore residuo di una notte al calduccio.
Stringo i denti fino allo spasimo e rimpiango il tepore delle mattinate maggioline che mi fanno volare e gioire per nulla.
Arrivo in stazione dopo aver percorso, per qualche centinaio di metri, un desolante paese ancora addormentato e chiuso nel suo bozzolo, nell’attesa di spiccare il volo.
Salgo sul treno.
Primo tragitto: Lugo/Bologna.
Le luci al neon non perdonano i solchi sulla pelle lasciati dal sonno da poco interrotto e le imperfezioni dei volti ancora aggrappati agli ultimi stracci di sogni abbandonati sul cuscino.
Arrivo a Bologna.
Sento il lontano rumore di una bottiglia di coca cola aprirsi e lo sgorgare della dissetante bibita piena di bollicine che mi invade l’orecchio sinistro.
Segnale blutooth dell’arrivo di una chiamata.
“Pronto?”
“Ciao, sono BIP, come stai? Scusa se ti ho telefonato in un momento poco opportuno…..” ed ecco che nasce una piacevole ed inaspettata conversazione che, come per incanto, tramuta la giornata dai contorni fluidi ed impersonali in un gomitolo di soffici sensazioni.
Ora la nebbia è sempre la stessa ma, improvvisamente la trovo rassicurante e dolcemente malinconica; una sensazione che mi trascina dentro una cartolina in cui l’immagine invernale di una aristocratica campagna inglese, la fa da padrona.
Colori di alba mescolati al bianco fumo nebbiolino e al lieve riflesso dorato del sole che fa capolino dietro di esso.
Adesso mi sento BENE!
BASTA POCO per trovarsi davanti ad un altro orizzonte.
BASTA POCO per provare sensazioni diametralmente opposte a quelle di pochi minuti prima…eppure non è mutato nulla fuori…..ma DENTRO sì!
BASTA POCO!
Una telefonata imprevista!
Mi piace tutto questo!

(14 gennaio 2005)

1 commento:

  1. se è bastato così poco per cambiarti l'umore in una giornata di gennaio...perchè hai usato tante parole per dirlo?
    A parte tutto juli scrivi davvero bene, solo lo stile è un tantino manieristico. si vede che adori rileggerti.
    Ehi me l'hai detto tu di essere sincera vero? Ecco l'unica cosa...è questa, secondo me...
    e poi più sesso ragazza!!!

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