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24 mag 2007

...IL MIO PRIMO RADUNO CICLISTICO: “CASTELBOLOGNESE” domenica 20 maggio 2007



Ore 6.00: rrrrrroooooggggggrrrrrraaaaammmmmm! Regan, (la sveglia alla quale ho dato il nome della protagonista de L’Esorcista per il suono gutturale con cui mi richiama all’ordine ogni mattina), inizia a strillare travolta dall’insano piacere di farmi venire un ictus. Ma stavolta la sua perversa soddisfazione viene disattesa dal mio spirito agonistico che già dalle 5 e mezza scalpita come un puledro pieno di avena.

Ore 6.25: Lavaggio completato! Vestizione!......e mentre indosso una delle mie divise da biker, lancio un’imprecazione pensando che al mio debutto in società....proprio la mia “SOCIETA’ ciclistica” non mi ha ancora provvista di divisa. Lancio uno sguardo verso mio marito che vedo ancora più alterato di me perciò evito di buttare altra benzina sul fuoco che mi pare già parecchio vivo!

Ore 6.30: le donne hanno sempre una carta in più nel loro mazzo! Invio un messaggio a Patty (veterana del pedale) che in pochi secondi, con la sua risposta affermativa, mi ha già procurato la divisa. Non voglio pensare a mio marito quando saprà di essere L’UNICO ad esserne sprovvisto.

Ore 6.40: Nel breve tratto casa/garage, sento uno strano ribollìo di pancia! Panico! Nooo dai, sono stitica da almeno 5 generazioni, il mio intestino non può farmi credere di esistere proprio stamattina che devo andare via e non posso permettermi di far fermate non programmate.


Ore 6.50: Allarme rientrato! Tutto apposto! Con le bici in auto, arriviamo alla stazione. Patty e Doriano, gli amici con cui dobbiamo andare a Castelbolognese per partire alla volta del nostro obiettivo, arrivano quasi contemporaneamente per consumare una prima colazione. Indosso la maglia del Pedale Bianco Nero e mio marito mi fulmina con lo sguardo. Lo sapevo! Faccio finta di nulla!

Ore 7.20: Arriviamo in piazza a Castello. Una cifra di ciclisti in attesa di caffè, in attesa di tesserino da timbrare ad ogni posto di ristoro, in attesa di trovare l’ispirazione giusta o gli amici soliti per partire, sono al via e incredibilmente fanno una media anagrafica di 50 anni circa. Penso tra me e me: “Me li fumerò in un batter d’occhio!”

Ore 7.30: Come si suol dire in gergo toscano: “CHI L’HA PIU’ LUNGO SE LO TIRA” il ché significa che arriverà solo chi avrà i numeri e la resistenza per giungere a destinazione. Considerando la marea di chiome bianche che mi girano attorno, non temo più nulla.

Ore 8.45: La prima tappa in cima al Montalbano è come un miraggio che, dopo 4 km e 300 metri di salita mi appare miracolosamente davanti. L’ospizio Sassoli al completo si ingozza di pane e Nutella, di crostata, di panini al prosciutto cotto (credo) bevendo addirittura vino bianco. Io, con il sedere a mortadella e la schiena che urla vendetta, non riesco neppure a scendere dalla bici e ad arrivare a bere un modestissimo bicchierino di tè. Ma cosa ca... hanno mangiato prima di partire sti “diavoli” del ‘900??? Arriviamo al top quando vedo sopraggiungere le ormai da me soprannominate “Adelina e Guendalina bla bla” due anziane signore con un’altezza approssimativamente generosa di 1 metro e 40, un diametro altrettanto gentile di 1 metro e mezzo, con tanto di trucco e parrucco e in tenuta ciclistica fatta sicuramente su misura dalla loro società. Le 2 si dedicano alle pubbliche relazioni intrattenendo i colleghi delle altre società ciclistiche chiacchierando e mangiando a 4 palmenti. Hanno pure il coraggio di fare le brillanti, ridere e bearsi delle attenzioni ricevute. 2 vere forze della natura! Non ci posso credere: mi sento di provare invidia per Adelina e Guendalina bla bla? Anna Giulia.......ripigliati!

Ore 9.45: Sopraggiunti all’incrocio in cui ci saremmo dovuti separare dall’altra coppia di amici per la scelta diversificata di percorsi, io tento di persuadere mio marito a provare di fare il percorso medio anziché quello corto. Lo convinco e invece di girare a destra verso Riolo Terme, giriamo a sinistra. Destinazione: Palazzuolo sul Senio e Passo del Carnevale dove avremmo trovato un altro punto di ristoro e di timbratura del cartellino. A metà strada mi pento amaramente di non aver preso la direzione del ritorno. Mi sembra di essermi fatta fare un’epidurale per l’insensibilità di certe parti che non voglio neppure menzionare.

Ore 10,30: Ormai non si contano le teste canute che mi hanno, come si suol dire: “dato la paga” e mi sto facendo venire un travaso di bile dalla rabbia per ciò che pensavo all’inizio del percorso e quello che invece ho dovuto constatare: i leoni dei primi del ‘900 si dopano o sono proprio io che dovrò da oggi considerarmi una vera sfigata doc?

Ore 11 e rotti: Ho finito le salite e con loro anche le mie energie. 5 km e ½ di pendenza quasi costante. E’ vero che sono sul passo del Carnevale ma è altrettanto vero che sono anche ad un passo dalla crisi di nervi. Cosaaaaa? Nooo, forse sto avendo qualche scompenso visivo: Adelina e Guendalina Bla bla anche qui a ingozzarsi per l’ennesima volta e ridono e fanno le dive e sono terribilmente in forma? Mi stropiccio gli occhi e spero di aver avuto un abbaglio! Invece no! Le dive a forma di damigiana sembra quasi che mi guardino e mi deridano! No, non ce la posso fare.....mi getto di sotto! Vado da mio marito, gli butto le braccia al collo e gli chiedo: “E’ vero che tra tutte le donne che ci sono a questo ristoro, ti piaccio solo io?” A parte me, ci sono SOLAMENTE le 2 anziane signore che io ormai vedo come 2 divinità! Mio marito mi guarda e ridendo dice ad alta voce agli amici: “Mia moglie ha bisogno di tornare a casa. Sta dando qualche segno di cedimento psicologico!” Mi sorride e si guarda intorno come per chiedersi con chi avrebbe dovuto fare il paragone ma, ovviamente non vede materiale con cui fare confronti. Mi riprendo dal momento di sconforto e ripartiamo verso Castelbolognese.

Ore 12,30: Siamo in piazza a Castello. 92 km di divertimento, di sofferenza e addirittura di sbarellamento psicologico nell’ultimo tratto di salita. Ma ora siamo arrivati e tutto è tornato alla normalità. Consegnamo con particolare orgoglio i nostri cartellini e ci avviciniamo agli stand dove la “pasta party” è la giusta ricompensa per la fatica subita. Io ho lo stomaco completamente chiuso dalla stanchezza ma una fettina di crostata e una di pane con la marmellata riesco a mangiarle. Fresche come 2 rose appena colte, in fondo alla mia stessa tavolata, è inutile dire chi ho visto mentre stavano per finire 2 mega porzioni di pennette al ragù. Sì, proprio quelle 2 streghe di Adelina e Guendalina Bla bla che nessuno mi toglie dalla testa abbiano fatto un patto col diavolo, avevano già finito il pasto e ciò mi faceva supporre che fossero arrivate prima di me......come del resto avevano fatto in tutto il resto del percorso. Ma poi, in fondo, ho pensato: “Beh, se fra 20 anni questo è ciò che mi spetta per aver dovuto patire un po’ di fatica pedalando in salita.......EVVIVA IL CICLOTURISMO!”

Ore 21,30: Sono sul divano e ripenso alla giornata trascorsa. Bellissima esperienza questo raduno ma.........chissà se le mie 2 amiche indiavolate saranno davanti al Pamela a fare la fila per entrare a scatenarsi in pista da ballo fino a mezzanotte, orario di chiusura del locale!?!? Ci rido sopra e guadagno con grande fatica la strada del letto.

(Adelina e Guendalina bla bla......per chi non lo sapesse, sono le 2 oche che compaiono nel film "GLI ARISTOGATTI".......Sì, lo so che quelli della foto son 2 pinguini....trovatemi voi 2 oche vicine a 2 bici se siete capaci!)






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