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6 lug 2010

TRA VENETO ED EMILIA E’ GUERRA ALL’ULTIMA MISS



Zaia vorrebbe portare a Jesolo il concorso di bellezza per eccellenza: pronti due milioni di euro


di Carlo Tecce

Do femene a ne séola fa un marcà. Il proverbio veneto s’accontenta di due femmine per fare un mercato. Il governatore Luca Zaia immagina centinaia di modelle per fare turismo. “Ah le miss! Così aiutano il commercio della Pedemontana”, gongola l’assessore Marino Finozzi. Il Veneto è in passerella, pardon, in corsa per strappare a Salsomaggiore (Parma, rossa Emilia Romagna) le finali di Miss Italia. Non è l’ultima moda estiva, le sfilate nascondono un progetto, anzi l’egemonia padana dei concorsi di bellezza italiani. L’allora vicepresidente Zaia conquistò – siamo nel 2006 – la fase preliminare di Miss Italia, un antipasto dal conto salatissimo per la Regione: 570mila euro, infilati nella delibera di un primo agosto. L’espansione è veloce, ecco Miss Italia nel Mondo, invenzione della famiglia Mirigliani per premiare con fascia tricolore un’italiana nata, cresciuta e residente all’estero. Un premio alle origini. La domenicana Kimberly Castillo Mota ha vinto l’ultima edizione di Jesolo: alta, mora, nonno calabrese, studentessa di architettura. Madrina autoctona, ovviamente: Mara Venier (al secolo Provoleri) di Venezia. Una serata che è costata 780mila euro: alt, non equamente divisi, 230mila per la Regione e oltre 550 per il Comune di Jesolo. Bruscolini. Le ragazze hanno visitato Bassano del Grappa, il museo della Ceramica, villa Godi Maliverni e Piazza di Marostica. Il sindaco Francesco Calzavara annusa l’affare: “Soldi ben spesi! Vorrei ricordare che l’indotto per la nostra economia è ampio: alberghi, ristoranti e bar”. Altro che entusiasmo per Raiuno, quasi un fallimento: 3,5 milioni di spettatori per 18 per cento di share. Una nicchia per il canale ammiraglia. L’assessore Finozzi ha festeggiato Kimberly, ma per il ballottaggio di Miss Italia con Salsomaggiore rimanda al presidente: “Noi abbiamo schierato Zaia in persona. Ci tiene molto! Vediamo se i Mirigliani preferiscono l’Emilia Romagna oppure l’organizzazione del Veneto”. Questo è il lato B della Lega Nord, un partito federalista che sgomita per possedere come vanto – mica per feticcio – uno dei simboli popolari dell’Italia repubblicana, una Lega stanca di parodie locali stile Miss Padania: “A noi interessa poco l’etichetta: bene, dobbiamo ascoltare l’inno di Mameli. Dico di più: io sarei pronto a cantarlo”, rilancia Finozzi. A Salsomaggiore preparano le barricate per frenare l’avanzata dei veneti, in onore dei quarant’anni di Miss nella città termale. Spediscono in missione romana il sindaco, convocano i migliori avvocati per rivendicare un’opzione di contratto con la società Miren di Mirigliani: altri tre anni, non si discute. Dal Veneto cercano il compromesso: due a voi, poi tocca a noi. Chi offre di più? Zaia ha pronti 2 milioni di euro l’anno: “Grazie a Miss Italia la gente conosce Salsomaggiore. Noi vogliamo vincere il duello”, arringa l’imperterrito Finozzi. Guerra al Ducato di Parma, guerra totale con occhiolino di Patrizia Mirigliani: “Zaia è pure un bell’uomo…”. Forse un giorno a Sanremo scipperanno il Festival, tra due anni o tra dieci giorni sarà l’ora di Salsomaggiore.


IL MIO COMMENTO:

Sin dai tempi antichi, erano le donne che con il loro carattere responsabile e pragmatico, venivano spesso chiamate ad amministrare l’economia domestica di una famiglia, maturando così, col tempo, un senso naturale e profondo del risparmio, risultato a cui un uomo poteva giungere solo attraverso un grande sforzo ed imponendosi inevitabili distrazioni economiche dettate da vizi o leggerezza. Dunque lasciare nelle mani di una donna la gestione economica di una Regione, non potrebbe che essere un vantaggio. Difficilmente, in un periodo di deficit economico come questo, dai budget ridotti ai minimi termini, si penserebbe di strappare uno spettacolo a Salsomaggiore, che per quanto possa avere forte richiamo turistico ed essere ritenuto un concorso di grande prestigio, sicuramente non comparirebbe nell’ordine del giorno di un consiglio regionale presieduto da una donna. Ricordiamo che il Veneto ha votato per Zaia che non è solo “uomo” ma è pure leghista.
Se poi quantifichiamo in termini economici, la cifra (2 milioni di euro) che Zaia (uomo molto brillante e generoso con i portafogli altrui) avrebbe deciso di stanziare per strappare a Salsomaggiore la manifestazione di cui la città termale ne è da sempre la scenografia designata, crediamo che sia veramente una “stronzata” pazzesca. Queste competizioni da boom economico, sarebbe bene che non le affrontasse in periodi così bui da provocare troppo spesso drammi causati da incalcolabili perdite finanziarie. Una donna, sarebbe sicuramente più parsimoniosa e di certo saprebbe distribuire col cervello e non col pisello le finanze di un popolo in crisi. Ma in Italia si continua ad offrire poltrone di prestigio e potere ancora agli uomini.

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